IL PUNTO DI...

 

 

 

 

... di Antonio Conrater

C'era una volta in stazione...

Cernusco L.ne 1 agosto 2015

Tra le foto di mia suocera ne è saltata fuori una che risale ai primissimi anni del nostro matrimonio.

E' fatta alla stazione con una bella vista sul serbatoio dell'acqua che, come forse non tutti sanno, è stato abbattuto nel momento del raddoppio. Quando ce ne siamo accorti ormai era troppo tardi.

La stessa fine doveva farla il Magazzino se non fosse intervenuto Piermario Raimondo con la sua proposta di farne un Museo del treno.
E la stessa fine l'avrebbe fatta il Consorzio se non fossimo intervenuti noi!

Francesco e altri ragazzi del parchetto di piazza della Vittoria

Cernusco L.ne, 02 luglio

Ma possibile che in questo paese non si possono installare due lampioni per illuminare il campo da basket!
Già non possiamo accedere all'oratorio perche siamo troppo... boh non saprei.

 

 

di Angelo Guzzon

Cernusco L.ne e il 25 aprile

In occasione delle celebrazioni per l'anniversario della Liberazione, mi sembra venga del tutto ignorato un aspetto determinante di quel avvenimento. Mi riferisco al ricordo del sangue versato da tantissimi soldati inglesi, americani, australiani, canadesi, polacchi, neozelandesi, eccetera, morti nel nostro Paese combattendo contro la mostruosa macchina da guerra nazista.

Alcuni anni fa, salendo all'Abazia di Montecassino, mi sono trovato di fronte un ampio pendio disseminato di croci bianche: si tratta del cimitero polacco.

Quale commozione al pensiero che anche dalla martoriata Polonia sia venuta una folla di giovani a morire per noi a Montecassino!

Le future generazioni possono ignorare tutto questo?                                                           

 

Attilio Gargantini

residente del Rione Oltre Statale

Con riferimento all’articolo pubblicato sul n.101 del 28/12/2014  tengo a precisare che il Rione “Oltre statale” non si trova solo nelle vie SALA – VERDI – MANZONI, ma anche in Via Papa Giovanni XXIII e le vie laterali (via Donatori del sangue – via C. Cantù)  in quanto, come già segnalato, è veramente un percorso senza limiti di velocità e con passaggi pedonali inesistenti o ormai spariti.

E’ quindi impossibile e pericoloso accedere e attraversare a piedi la suddetta via Papa Giovanni.  Sarebbe opportuno, come soluzione, un semaforo a chiamata  e  dei dossi.

 

Costantino Scopel,

presidente de Il Granaio insieme per la vita onlus

REGIONE, COMUNI, ASL… TROPPA BUROCRAZIA

E POCA COLLABORAZIONE

 

Meno male che il Granaio c'è...

 

 

La costruzione del Granaio di Paderno d’Adda è stato terminato nel 2005 e ha cominciato a ospitare ragazzi disabili nel 2006. Oggi è in piena attività. Ha al suo interno dieci ospiti fissi e cinque posti per urgenze e sollievi. Quando è nata l’idea nel 1999, i genitori di ragazzi con handicap erano tutti in buona salute e costruivano questo progetto nella speranza che la morte o l’assenza di un genitore non riguardasse loro.

Tuttavia, previdenti, si preoccupavano di creare una struttura piccola e che fosse a misura di una casa come una piccola famiglia allargata, che si prendesse cura del proprio figlio.

«Il tempo trascorso sino a oggi si è sbizzarrito nel colpire duramente chi aveva già disgrazie. Diversi genitori sono mancati. Molte mamme sono mancate e molte hanno avuto problemi tumorali e li stanno avendo tuttora. Meno male che il Granaio c’è. Sembra proprio che la sfortuna si abbatta principalmente sul sesso femminile. Noi lo motiviamo dicendo che la mamma senza dubbio soffre molte e molte volte di più nei confronti del marito – racconta amareggiato Costantino Scopel (nella foto), presidente dell’associazione - La madre si sente in colpa di aver fatto nascere un figlio di un certo tipo. Si avvita continuamente nel suo dolore e si ammala più facilmente. Questa è una nostra analisi del tutto personale».

Se poi si aggiunge che, arrivata a una certa età, subentra l’ansia al pensiero che dopo la sua morte nessuno saprà curare il figlio come lei, allora questa angoscia prende il predominio  nella sua mente e la distrugge.

«Nel frattempo cosa fanno i nostri Amministratori? Nulla. Anzi, se possono, ci rendono la vita difficile. Ci tolgono servizi che avevamo riconosciuti da più di 40 anni – rimprovera Scopel - Noi abbiamo realizzato il Granaio - ma era compito dei nostri Amministratori realizzarlo. Ci saremmo aspettati almeno un ringraziamento. Ci aspettavamo che bussassero alla nostra porta e ci chiedessero: avete bisogno di aiuto? Nulla è successo se non toglierci finanziamenti e diritti. La Regione Lombardia fa un Decreto Legge ogni anno che modifica quello precedente e crea organismi di controllo che ci rendono la vita impossibile e, con questa burocrazia produce costi aggiuntivi che le famiglie devono pagare».

Chiediamo alcuni esempi concreti: «Il CDD di Merate (provvedimento preso dall’Assemblea dei Comuni). Abbiamo sempre avuto un’apertura del Centro dalle 9 alle 17; ora ci hanno tolto un’ora e i ragazzi pertanto rientrano a casa un’ora prima. Avevamo sempre avuto dei trattamenti di fisioterapie varie: piscina, ippoterapia, fisioterapia; ci hanno tolto tutto. Avevamo da 20 anni un periodo di soggiorno al mare di circa 10 giorni, ci hanno tolto tutto».

Oggi a chi venisse in mente di creare strutture e attività sul sociale il presidente del Granaio dà un consiglio: «Non fate nulla! Nulla di nulla. La burocrazia e gli intralci che questa inventa vi distruggerebbero. Solo i dirigenti ASL oggi vengono premiati per i raggiungimenti di obiettivi. Che obiettivi saranno mai quelli che hanno raggiunto? Non sarà per caso che li hanno raggiunti sulla nostra pelle?».

Il sindaco

Giovanna De Capitani

sulle luminarie natalizie  di Cernusco

 

 

 

5 DICEMBRE 2013

 

 

 

 

Desidero, con la presente nota informativa, fornire una comunicazione corretta ai cittadini interessati sull’argomento “luminarie natalizie” che sta diventando un pretesto di accusa infondata, purtroppo troppo spesso anonima, verso l’Amministrazione comunale.

 Da qualche tempo ormai abbiamo stretto rapporti di reciproca collaborazione con le realtà commerciali presenti sul nostro territorio, cercando di favorire l’affluenza di nuova clientela con iniziative e manifestazioni. Mi riferisco in particolare ai piccoli negozi e attività artigianali.

 

Da sempre e per tradizione, il periodo natalizio è stato accompagnato a Cernusco dall’allestimento delle luminarie e del grande Albero di Natale all’ingresso del paese. Dall’inizio della mia Amministrazione questi costi non hanno mai inciso sul bilancio comunale ma sono sempre stati sostenuti dai commercianti, che liberamente possono aderire, da alcune imprese e, dove si è reso necessario, dal contributo personale degli amministratori. Lo scorso anno abbiamo rinunciato all’allestimento dell’albero e questo ha provocato non poche lamentele da parte dei cittadini, soprattutto più anziani e più legati, per ricordo, alla presenza del grande albero natalizio.

 

Quest’anno, solo dopo aver ricevuto le adesioni da parte dei privati, è stato possibile confermare l’allestimento completo di luminarie e albero di Natale avendo raggiunto la somma necessaria. Oltre ad una decina di negozi ed alcune aziende, abbiamo ricevuto per la prima volta anche il supporto da Confcommercio di Lecco.

L’Amministrazione comunale si accolla l’onere dell’allacciamento elettrico integrativo quantificato in circa 300 euro.

Augurandomi di aver sciolto eventuali perplessità sorte nei cittadini poco informati, rinnovo la disponibilità a fornire, quando richiesto, qualsiasi dettaglio sulla gestione delle attività promosse dall’Amministrazione Comunale.

Verso Halloween...

31 ottobre, arriva Halloween. Oggi la festa è più che altro una grande sfilata, una sorta di carnevale anticipato. E’ diventata una festa pagana a ridosso, anzi, ormai al posto di una ricorrenza cristiana. La forte spinta al business la defrauda di ogni significato (religioso o profano che sia), ma non evita di disturbare una delle ricorrenze più caratteristiche del cristianesimo, la festa di Ognissanti.

Resiste ancora la Commemorazione dei defunti che viene celebrata il 2 novembre ed è troppo incarnata nella cultura di ogni popolo per soccombere agli attacchi del business. Ultimamente poi, a complicare il tutto sono entrati in campo anche alcuni adulti che hanno cominciato a partecipare o in maschera alla baldoria dei bambini o a sostenerla. Quanto ci sia di pedagogicamente valido in Halloween è tutto da dimostrare, resta comunque un momento di divertimento che va vissuto come tale e con intelligenza.

L’anno scorso il nostro paese è stato protagonista di tristi episodi che hanno visto più bambini divertirsi con bombolette su muri e porte dei condomini, in centro, oltre statale e villaggio San Marco. Si spera, memori di quanto successo, scritto e constatato l’anno scorso, che non si ripetano vicende simili. Chi ha orecchie per intendere intenda.

 

Non dimentichiamoci dei dieci anni della scuola primaria Rodari

 

 

La lettera al sindaco di

Renata Valagussa Raimondo

Antonio Conrater

Giambattista Spada

Ivano Marazzi

 

 

Gent.ma signora Giovanna De Capitani,

 

L’Amministrazione comunale di Cernusco ha recentemente programmato un ciclo di “eventi” per ricordare i 10 anni di funzionamento della Biblioteca comunale di Cernusco.

Un’ottima iniziativa che sottolinea l’importanza della lettura come strumento di crescita culturale della nostra comunità.

Noi consiglieri comunali di minoranza desideriamo cogliere quest’ occasione per chiedere all’amministrazione comunale che si faccia carico anche di un altro importante anniversario che ricade proprio quest’anno: il 10^ anniversario dell’inaugurazione della nuova scuola elementare di Cernusco Lombardone.

Lei saprà certamente che la costruzione della nuova scuola fu all’epoca molto controversa e originò una contrapposizione vivace fra  fautori e oppositori della nuova scuola con strascichi di dolorose polemiche nell’ambito del paese.

Questa non è in ogni caso una buona ragione per passare sotto silenzio la realizzazione di un’opera che crediamo abbia dimostrato in questi 10 anni di funzionamento la sua utilità per il paese.

Noi pensiamo che un’iniziativa ufficiale dell’amministrazione potrebbe essere l’occasione da tanti attesa perché, a 10 anni dall’inaugurazione, è giusto che l’intero paese senza distinzioni di sorta faccia uscire finalmente la scuola di Cernusco da quel cono d’ombra fatto di polemiche e di silenzi in cui per troppi anni è stata relegata.

Noi consiglieri comunali siamo pronti a sostenere le iniziative che l’Amministrazione vorrà a questo proposito organizzare  così come sono pronti i molti amici di Democrazia Cernuschese che  in quegli anni non capirono l’ostilità di una parte del paese per la costruzione di una nuova scuola.

La risposta del sindaco Giovanna De Capitani

a  Zardoni

 

12 ottobre 2013

 

 

 

(la lettera... di Zardoni)

Quando ho letto la comunicazione critica di Giovanni Zardoni inerente la procedura (e non il contenuto!) del Piano Urbano del Traffico che iniziava con il lamentarsi di aver atteso “ben otto giorni” per una risposta, mi è venuto da sorridere scorrendo la mia agenda degli ultimi 8 giorni e facendo mentalmente una lista di priorità sulle necessità e sui bisogni sollecitati dai cittadini in questo momento, che per motivi di riservatezza e rispetto non dettaglio, a cui abbiamo dato risposta.

Pur ritenendo di aver sempre qualcosa da imparare mi è difficile accettare lezioni di partecipazione dal Consigliere Zardoni che considera rilevanti solo le assemblea a cui Lui presenzia. La comprensione dei bisogni deriva anche dalla partecipazione a tutte le Consulte e Commissioni, di cui anche Giovanni Zardoni fa parte, e non solo ed esclusivamente alla Consulta Urbanistica e Lavori Pubblici utilizzata quale supporto parallelo al Consiglio comunale con toni dialettici poco consoni al ruolo che ricopre.
La conferenza di VAS non è obbligatoria per i Comuni delle nostre dimensioni e viene convocata dal Segretario Comunale e dal responsabile del Servizio Tecnico in orario lavorativo essendo essenzialmente rivolta ad Enti che possono presenziare o trasmettere valutazioni scritte, così come è avvenuto. Rivolga alla parte tecnica e non politica le sue osservazioni ricordando che anche le Vas del Pgt hanno avuto gli stessi orari e Giovanni Zardoni era all’epoca Assessore di riferimento.
Altri sono gli ambiti di partecipazione dedicati ai cittadini e il nostro percorso temporale, ampliamente illustrato, validato e comunicato durante ogni incontro, è stato:
-       13 giugno 2012 assemblea pubblica sul tema viabilità, dove viene anche presentato il progetto  preliminare del Put
-       29 giugno 2012 distribuzione questionario finalizzato a raccogliere idee e suggerimenti per l’elaborazione del Put
-       3 settembre 2012 prima convocazione di Vas
-       29 ottobre 2012 assemblea pubblica dedicata al quartiere Oltrestatale specifica sul Piano Urbano del Traffico
-       29 novembre 2012 assemblea pubblica con presentazione del Progetto di Put contenente le prime osservazioni recepite dai cittadini.
-       11 luglio 2013 (piena estate?) assemblea pubblica con presentazione dell’ultima elaborazione valutata dalla Giunta.
-       25 settembre 2013 seconda convocazione di Vas
Il lungo periodo di sospensione di inizio anno è stato causato dalla eliminazione del progetto delle rotatorie dal Piano Provinciale che ovviamente ha una notevole influenza sulla elaborazione del PUT cittadino. Allo stato attuale abbiamo ritenuto opportuno tenere aperte entrambe le possibilità (semafori ed eventuali rotonde). Sul sito istituzionale del Comune sono presenti tutti i documenti che trattano l’argomento, i verbali delle Consulte, le proposte di cittadini e gruppi consigliari con documenti specifici relativi alla procedura di Vas.
Riteniamo che il percorso di partecipazione sia stato assai ampio e che vi sia ancora largo spazio per proposte e suggerimenti prima dell’approvazione definitiva. Invitiamo i cittadini ad approfondire il tema e attendiamo osservazioni di contenuto.
La Giunta in data 8 ottobre u.s. aveva comunque accettato la convocazione di un Consiglio comunale informale suggerito dal consigliere Zardoni prima di procedere all’adozione del PUT, con conseguente deposito in consultazione del progetto, 30 giorni per ricevere le osservazioni e prevedere la possibile approvazione entro la fine dell’anno in Consiglio comunale.
Ringrazio  per lo spazio concessomi e per l’opportunità di chiarimento.

L'opinione di Giovanna Ferrando

 

Berlusconeide

 IL MESE DI AGOSTO E’ STATO FATALE PER MR B. E PER NOI

 

 

 

 

L’operazione di raddrizzamento del relitto della Concordia incastrato nei fondali dell’isola del Giglio, conclusasi con successo in mondovisione, ha risollevato un po’ gli animi di noi italiani reduci da un’estate all’insegna di Mr Berlusconi e della sua “agibilità politica”.

I fatti sono noti: il signore in questione, giudicato in via definitiva colpevole di frode fiscale e condannato quindi a scontare una pena (carcere, domiciliari, servizi sociali?), ha mobilitato tutte le truppe mediatiche e politiche perché si impegnassero nella sua difesa a oltranza, senza esclusioni di colpi.

L’intero mese di agosto è stato così caratterizzato da vari interventi pro e contro Mr B.

Non se ne poteva davvero più di sentire il costituzionalista mettere in discussione la famigerata legge Severino votata anche da Mr B. e dai suoi parlamentari nel precedente governo, oppure il rampante politico che minacciava sfracelli nel caso Mr B. venisse escluso dal Parlamento, oppure, ancora, l’aggressiva esponente del PDL che sproloquiava per ore sull’ “uso politico della giustizia”. Qualche legale di famiglia suggeriva addirittura ricorsi alla Corte Europea. Per non parlare di chi, a vario titolo, invocava la grazia da parte del Presidente della Repubblica. Dal canto suo, il Presidente lanciava moniti invitando alla responsabilità, avendo come supremo obiettivo il sostegno al governo di Letta.

Nel frattempo Mr B. rompeva l’aureo isolamento (con fidanzata e cagnolino) ad Arcore per firmare al banchetto dei Radicali a favore dei loro referendum sulla giustizia (e non solo) e per apparire  in un video messaggio che nelle sue intenzioni avrebbe dovuto replicare quello della trionfante “discesa in campo” del 1994. E i 19 anni tra i due video si sentono e vedono tutti! In quest’ultimo è comparso con fattezze non proprio naturali, ingessato e compassato come un ultimo vecchio gerarca.  Solo lo sfondo era più o meno lo stesso: la libreria con le foto dei figli e nipoti (la ex moglie Veronica, ovviamente, non più). Anche i contenuti del messaggio non brillavano più per originalità e forza espressiva: la solita magistratura di sinistra, i molteplici processi (che si moltiplicano ogni volta che li cita), la chiamata alla libertà e l’annuncio della rinascita di Forza Italia.

Infine, a inizio settembre, si è riunita la giunta che doveva esprimersi sulla decadenza da senatore in virtù della legge Severino, e ci siamo sorbiti alterne e noiosissime discussioni tra chi era pro e chi era contro.

Insomma, un mese di agosto di passione non solo per Mr B. & c. ma per la nazione tutta, costretta a sorbirsi in diretta o in differita i dettagli del caso.

In un Paese normale un tipo simile con una condanna in terzo grado si sarebbe dimesso o il suo partito l’avrebbe costretto a fare un passo indietro: da noi si è consumato uno psicodramma intorno a una persona che evidentemente si sente sopra la legge, in virtù dei milioni di elettori che lo hanno votato.

Il resto del mondo ha seguito attonito – Putin escluso – la vicenda, probabilmente non comprendendo le ragioni per cui tutta una nazione si sia trovata coinvolta nell’isterica difesa di un illustre conclamato frodatore fiscale.

Non si è trattato purtroppo solo di una molesta battaglia mediatica. Il fatto è che il governo delle “larghe intese” ha vissuto sull’orlo della crisi, subendo ricatti dal partito di Mr B. che un giorno sì e uno no minacciava di ritirare i propri ministri dall’esecutivo, se non si fosse trovato il salvacondotto o “agibilità politica” ( nuova, nebulosa e truffaldina combinazione di termini) per il leader.

 L’azi

La replica

 

di Giuseppe Bonanomi

Premesso che le opinioni sono libera espressione di chiunque le esterni, e in una sana democrazia, ci mancherebbe altro!, ho letto con interesse "L'opinione"  e a tal proposito vorrei segnalarVi anche la mia.
-Sono dell'avviso che un buon "opinionista", ad onore del vero, debba riportare prima i fatti nella loro 'dimensione reale' ed eventualmente, solo in seguito, dar sfogo al proprio personale giudizio.
- Così facendo consentirebbe  al lettore un esame oggettivo facendo in modo che quest'ultimo possa trarne con il dovuto raziocinio,  un proprio giudizio, giudizio che potrà anche coincidere con quello espresso da chi ha scritto l'articolo,senza però essere influenzato da nessuna "opinione esterna" poiché determinato da una reale conoscenza dei fatti.
Detto questo, l'articolo in questione è sicuramente di buona fattura e di sicuro gradimento alla redazione del TG3.

Soldi per lavori pubblici... Dove li trovano?

 

di Costantino   Scopel

Mi  meraviglio  che  in  questo  periodo,  nel  quale  tutti  i  sindaci  parlano  e  si  stracciano  pubblicamente  di  non  avere  soldi,  continuino  ad  assumere  consulenti  e   mettere  in  progetto  spese  che  possono  essere  messe  in  bilancio  più  avanti.

Hanno  appena  dichiarato  pubblicamente  che  non  hanno  più  un  soldo  per  il  sociale  e  poi  vanno a  spendere  soldi  per  lavori   che  non  sono  indispensabili?

In  questo periodo  mantengano  i livelli  minimi  del  sociale  e  non  inventino  spese  che   non  sono  richieste  da   nessuno.     A  proposito  di  mancanza  di  soldi...  sono  almeno  due  anni  che  non  si  fabbricano  case  in  paese,  ma  l’Ufficio  tecnico  è  sempre   zeppo  di  personale.   Non  è  quello  uno  spreco?   Cosa  vanno  ad  attaccarsi   all’assegno  di  accompagnamento  dei  ragazzi  con  handicap,  come  se  fossero  privilegiati?

Presentazione Put,

 

«NON TOGLIEREMO

 I PARCHEGGI

DAL CENTRO»

il punto del sindaco

Ritengo doveroso dare a tutti i cittadini una corretta informazione in merito agli obiettivi del Piano Urbano del Traffico (vedi articolo del 10 luglio), attualmente in esame nel Comune di Cernusco perché i commenti riportati non corrispondono a quanto illustrato da me e dall’Ing. De Bernardi nell’ambito della pubblica assemblea. L’obiettivo del Put, ricordo non obbligatorio per le dimensioni del nostro Comune ma ritenuto comunque uno strumento importante di pianificazione di cui l’Amministrazione comunale ha deciso di dotarsi, è quello di porre le basi e dettare le regole di tutti quei processi di miglioramento viabilistico interno nelle diverse zone che saranno poi oggetto delle conseguenti realizzazioni programmate nei prossimi anni.

Vogliamo migliorare la vivibilità del nostro paese. Questo non comporta solo la tutela degli spostamenti pedonali e ciclabili, ma spazi migliori ed adeguati che consentano anche al traffico veicolare di raggiungere il paese e poter sostare in aree riservate ai parcheggi. Non dobbiamo infatti trascurare le attività produttive e commerciali presenti sul nostro territorio che necessitano di maggiori iniziative promozionali e attrattive. Questo significa creare spazi opportuni anche per le auto, senza demonizzarne l’utilizzo. Sottolineo che le nostre attività commerciali hanno una clientela non strettamente cernuschese per la loro capacità imprenditoriale di differenziare e tipicizzare i settori di vendita. La zona del centro storico deve riconquistare uno spazio di fruizione pedonale atta alla socializzazione e all’incontro.

Come questi obiettivi, da me illustrati nel corso dell’assemblea, siano stati tradotti nell’idea che il Put voglia eliminare tutti i parcheggi dal centro storico non riesco a comprenderlo.

In particolare le dichiarazioni di Gerardo Biella, ex-consigliere comunale di minoranza recentemente dimessosi, non hanno considerato la reale presentazione del piano parcheggi. Il nostro obiettivo è quello di riprogettare piazza della Vittoria e renderla pedonalizzata a fronte di un intervento di parcheggi interrati alternativi. Chi partecipa alle nostre iniziative sa quanto impegno stiamo mettendo proprio per incrementare e valorizzare il tessuto imprenditoriale e commerciale presente in paese. Inoltre quella facile insinuazione ad un mio personale tornaconto relativo alla chiusura di via Sant’Ambrogio risulta essere proprio inopportuna e fantasiosa. Molto prima delle ultime elezioni era stata presentata alla precedente Amministrazione una raccolta di firme di cittadini che ne chiedevano la chiusura a fronte dell’utilizzo, prevalente di persone anziane e famiglie, come strada di collegamento chiesa-cimitero e quartiere San Marco-centro storico.

La Giunta sa come mi sia sempre astenuta su questa decisione proprio per evitare qualsiasi conflittualità.

Nella nostra Amministrazione si procede così, serietà e trasparenza sono per noi valori principi sui quali non permettiamo di scherzare.

 

Sempre a disposizione per qualsiasi chiarimento.

quelli che la domenica...

ANCHE Il “dio-centro-commerciale” riposi il settimo giorno. LA FAMIGLIa PRIMA DELL’ECONOMIA

 

di Dario Vanoli

  Condividi

 

«L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro». Consentitemi di dissentire, provocatoriamente s’intende, sulla seconda parte. O meglio manca a mio parere, nel primo articolo una parola: la famiglia. La nostra vita, quella di tutti si basa sulla famiglia, la cui sussistenza economica a sua volta si basa sul lavoro.

Coi tempi che corrono, dove il lavoro non c’è, manca, è in cassa integrazione, è part time… ora come non mai, è la famiglia la base solida su cui fondare la nostra vita e da cui volente o nolente è nata e cresciuta.

Pensiamo ai genitori, ai loro sacrifici, pensiamo all’amore dei coniugi, all’amore di una madre e di un padre verso e figli.

Questa è la vera Italia, questi i sentimenti veri da condividere. E allora diamo valore alla famiglia, diamole spazi e tempi per vivere. E puntualmente ecco che il giorno della famiglia per eccellenza, la domenica, è diventato giorno lavorativo, come se nulla fosse. Nessuno l’ha chiesto, qualcuno ne approfitta. Domanda: chi lavora? Certo non chi ha formulato e permesso questa legge. E chi sta in famiglia? Certo non chi deve lavorare.

Di questi tempi, è vero, c’è chi farebbe salti mortali pur di lavorare, anche la domenica, ma a tutto c’è un limite.

Il “dio-denaro” non può avere la meglio nelle nostre vite, il “dio-commercio” non invada la nostra dimensione. Il “dio-centro-commerciale” riposi pure anche lui il settimo giorno. Nessuno ne risente.

Quando stiamo male, quando si festeggia, quando si ha bisogno, a chi ci rivolgiamo? Di chi si necessita la vicinanza? Del datore di lavoro? Del ministro dell’economia di turno?

Ecco alcune testimonianze presenti su Internet: «Siamo cresciuti aspettando la domenica per riunirci tutta la famiglia attorno a una tavola - spiega un’anziana signora - firmo perché voglio che momenti come questo, già rari, non scompaiano del tutto». «Lavoro tutta la settimana, dal mattino presto alla sera - racconta un meccanico - Non voglio che mia moglie, che è commessa, lo faccia di domenica, l’unico giorno in cui possiamo stare assieme».

Senza ritmi il nostro tempo è appiattito e privo di progettualità. La domenica deve essere di slancio verso la ripresa del lavoro.

Si faccia qualcosa di concreto, il malumore tra i dipendenti serpeggia e l’economia di questi tempi tra saldi e promozioni non è certamente ai massimi livelli. Per lo meno tra un acquisto e un giro domenicale riflettiamoci sopra.

E quindi consentitemi di pensarla così: il nostro Paese sia fondato sulla famiglia, a prescindere. Pensiamoci noi, visto che la Costituzione la relega “solo” al 29esimo articolo.

Sia la famiglia la nostra vera ricchezza, la tenda dove vivere e rifugiarci nel calore di un abbraccio, nel ricordo di chi ci ha messo al mondo, per e con amore.

Info: www.liberaladomenica.it

Cernusco, il paese, le norme, le strade...

Parola ai cittadini

Novembre 2012

Villaggio San Marco/Put - Il rione San Marco tutto sommato è privilegiato rispetto ad altri, poco distante dal centro, a pochi passi dall’esse, una buona passeggiata per arrivare in stazione ma penso salutare per chiunque. Rallentare la velocità delle auto per via degli Alpini penso sia semplice con qualche dosso di rilievo e tutto sommato essendo già vietata la circolazione a mezzi pesanti, servirebbe a bloccare un po’ i soliti bulli che hanno fretta. Immagino che le risposte in arrivo, tenderanno solo a quanto ho segnalato, perciò il quartiere lo ritengo per ora molto vivibile. Ciao e grazie per questa opportunità di esprimere il proprio parere. Roberto

Cani - Visto che hanno intenzione di disseminare per il paese cartelli con divieto d'accesso per i cani nei parchi e nelle aree verdi vicino alle case mi chiedo... Dove posso portare il cane a fare i suoi bisogni?
Sono d'accordo sul fatto che se il cane sporca i padroni devono raccogliere i loro ricordini, sia nei prati che sui marciapiedi, e che in caso contrario ci vorrebbe la multa; ma trovo molto più brutto vedere un cane che la molla in mezzo alla strada perché non fa in tempo ad arrivare all'aiuola sperduta lasciando chiazze sull'asfalto! Valentina

Possibile chiusura via S.Ambrogio/Put

E nella via degli Alpini sfrecciano camioncini a tutte le ore... Che ci siano cernuschesi di serie A e cernuschesi di serie B? Silvia

Via Sant'Ambrogio  non è mai stata chiusa la vogliono chiudere.... mentre via Verdi con ingresso da via Donizzetti che per anni è stata chiusa l'hanno riaperta! C'è forse conflitto d'interesse? Mah... Davide

CAMBIARE

SI PUO'

 

 

 

CERNUSCO,

 UN PAESE

CON TROPPI CAMPANILISMI E SILENZI

 

di Dario Vanoli

  Condividi

 

giugno 2012

Premessa. Lascio sempre piena libertà ai nostri opinionisti su quale argomento scrivere e come trattarlo. Credo che sia uno dei punti forti di questo mensile che informa, mostra una parte del nostro paese, soprattutto quella più bella, attiva. Generalmente poi preferisco occuparmi dei fatti di cronaca e degli eventi e lasciare spazio ad altri per opinioni: per due motivi. Uno per non dare l’idea che questo sia il giornale di una persona, bensì di un gruppo redazionale in proprio e libero; secondo perché ritengo che tra i miei colleghi ci siano persone molto valide capaci meglio di me di analizzare un fatto e alcune volte di provocare il lettore.

Entro nel merito. Mi è difficile rimanere in silenzio, non scrivere o dire certe cose. Ecco quindi che in punta di penna mi trovo a condividere con voi lettori, che siete tanti, ciò che in questi giorni ancora una volta ho notato, vivendo e raccontando il nostro paese.

La divisione, o meglio, l’acceso campanilismo di ogni ente non aiuta a far crescere Cernusco. Senza fare nomi, altrimenti l’effetto di questo articolo sarebbe controproducente; il che riguarda molti: ciascuno rifletta, ma allo stesso tempo si chieda se quanto succede è positivo. Il compito di chi scrive, racconta, spiega talvolta è anche quello di far capire a chi non sa, di informare, di dare voce a diverse opinioni. E queste vanno accettate, rispettate e nel caso civilmente discusse.

Cernusco ha molte associazioni e chi vi scrive ne rappresenta a sua volta una. Quindi credo di sapere di cosa sto parlando. Questo volevo sottolineare. La collaborazione reciproca tra questi enti e la trasparenza di quanto succede senza aver paura di dirlo e raccontarlo per inutili remore. Cernusco deve crescere sotto questo aspetto, da anni; e molti lo dicono, ma si fa ben poco per cambiare questa cattiva abitudine. Non è la prima volta che lo scrivo, ma è bene sottolinearlo, ribadirlo. Ciascuno va per la propria strada, pur bella e utile che sia, c’è bisogno di tutti.

In occasione della festa patronale abbiamo festeggiato don Gigi Musazzi e nell’omelia ha ribadito un concetto, una frase che mi è rimasta impressa. «Uscite dalla vostre case e dalla routine, andate incontro a ciò che è utile e indispensabile».

Usciamo, ma rimaniamo a Cernusco a vivere ciò che ci offre: dagli eventi culturali a quelli ricreativi che in quest’estate sono stati parecchi. Altrimenti si corre il rischio che chi fa, non vedendo un grande riscontro della gente, può lasciare e il nostro paese diventi anonimo come tanti altri.

Queste righe per dirvi questo, sperando che il sasso lanciato non torni indietro al mittente, ma venga raccolto e conservato. Se qualcuno vorrà poi aggiungere qualche pensiero, dire la propria mettendoci la faccia, ben venga. Certe cose è bene dirle chiaramente o scriverle firmandole. L’obiettivo è quello di cambiare. Si può? Sì, basta volerlo, basta non chiudersi nel proprio orticello, basta smetterla di atteggiarsi a prime donne.

Cernusco merita più trasparenza, meno omertà e più condivisione. Confido nel buon senso di ognuno di voi, nel proprio ruolo che ricopre, sperando che il messaggio arrivi a chi in realtà antepone se stesso al bene del paese. Unire Cernusco, missione impossibile?

Chi ha orecchie per intendere, intenda. Buon’estate e forza, Cernusco!

 

E tu cosa ne pensi?

Di' la tua sul tuo paese!Mandaci una e-mail!

 

La legge violata e quasi mai sanzionata

 

L'uso del cellulare in auto

 

di Silvana Ferrario

Sembra che le Leggi in Italia vengano fatte per essere ignorate, aggirate o comunque non rispettate. Prendiamo ad esempio l’uso del telefonino in macchina, vietato dal Codice della strada, ma che in molti non osservano. Può capitare che squilli il cellulare mentre siamo alla guida, ma la Legge e la prudenza indicano di fermarsi, accostandosi a lato della strada (quando è possibile) o di soprassedere e richiamare quando si è in condizioni di poterlo fare. Invece l’uso del cellulare senza viva voce o dotato di auricolare, è divenuto scontato e non si considerano i pericoli a cui si espone se stessi e gli altri.

La maggior parte di questi automobilisti chiamati “indisciplinati” ha un’età media di 40 anni, guida solitamente macchine di grossa cilindrata (spesso sono Suv), brillano in prepotenza e maleducazione e mostrano insofferenza davanti al pedone sulle strisce. Molti di loro sono donne alle prese con bambini da accompagnare e riprendere da scuola, portarli a nuoto, calcio, inglese, musica e quant’altro ancora… Donne il cui tempo è prezioso perché devono fare la spesa, andare dal medico, passare in farmacia, incontrare i professori, preparare la cena… Comprensibile che cerchino di utilizzare al meglio gli spostamenti, ma non ammissibile che si telefoni senza viva voce o altri supporti, con i bambini propri e altrui nell’abitacolo, perché basta un attimo di distrazione, una manovra sbagliata ed è subito incidente. Hanno mai pensato queste persone al pericolo a cui vanno incontro e che potrebbero causare ad altri? Hanno mai pensato alle eventuali conseguenze di un incidente d’auto?

A volte, visto l’uso e abuso che si fa del telefonino, non si capisce bene se queste persone sappiano dell’esistenza di un’ap-posita Legge o se invece, pur sapendolo, la ignorino volutamente, rischiando pesanti sanzioni amministrative. In caso di ignoranza in materia, sarebbe opportuno intervenire per fare chiarezza in merito, con un’ade-guata educazione stradale, cominciando dai bambini della primaria per arrivare ai ragazzi delle scuole medie e delle superiori. I giovani sono il nostro futuro e sanno anche dare lezione ai genitori quando necessario.

In caso di legge violata invece è auspicabile, per la sicurezza degli altri cittadini, che questi furbetti vengano “beccati sul fatto e dovutamente sanzionati, esattamente come si fa quando si posteggia senza disco orario o fuori dagli appositi spazi. Ma, visto il dilagare di questi comportamenti “indisciplinati” si presume che siano ancora poche le multe applicate. Perché?

 Lo abbiamo chiesto a Valter Savarin , comandante della Polizia locale di Cernusco. «Non è vero che non si interviene, tutte le forze di polizia (Polizia di stato, Carabinieri, Guardia di finanza e Polizia locale) sono attive sul territorio nazionale e tutte partecipano attivamente al fine di prevenire e reprimere questo mal costume redigendo verbali di contestazione e applicando la sanzione prevista di 152 euro e la sanzione accessoria della decurtazione di 5 punti e la sospensione della patente di guida da 15 giorni a due mesi nel caso di una seconda analoga infrazione nel biennio».  Per mostrare il loro impegno, Valter Savarin aggiunge che nel 2011 a Cernusco sono state emesse contravvenzioni a 14 automobilisti per il mancato rispetto dell’articolo 173.

«Possono sembrare poche – aggiunge – ma il motivo è presto spiegato. Quando un operatore di polizia stradale è intento ad effettuare controlli in strada egli è molto visibile agli automobilisti, perché è così che deve essere, e gli indisciplinati nell’uso del telefono quando ci vedono da lontano abbassano immediatamente la mano con il cellulare, passando davanti alla pattuglia come angioletti per poi, una volta oltrepassata la posizione di controllo, continuare tranquillamente la conversazione telefonica». Precisa inoltre che la Polizia locale è sempre disponibile ad effettuare incontri di informazione ai cittadini ogni qualvolta venga richiesto. Ci sarebbero altri modi per scoraggiare l’uso del cellulare in macchina, partendo dalla pubblicità delle varie compagnie telefoniche a quella di Pubblicità e Progresso, passando anche attraverso i cartelloni stradali: tutto può essere valido pur di far capire l’importanza della sicurezza al volante .  «La furbizia è una qualità italiana – ha detto Roberto Benigni molti anni fa – però ci ha rovinato. Sarà meglio magari diventare scaltri: è una cosina un pochino più nobile».

E’ stata un’anticipazione datata 1991 e la realtà di oggi è sotto gli occhi di tutti.

ECCO COSA DICE LA LEGGE:

Con il  Decreto Legislativo 30 aprile 1992, n°285 è stato introdotto il vigente Nuovo Codice della Strada . Dal 1992 ad oggi sono intervenute numerose modifiche apportate dal legislatore al codice della strada e, con la Legge 13 febbraio 2012, n°11, è stato ulteriormente modificato l’art.173 che disciplina l’uso di apparecchi radiotelefonici:

Art. 173. Uso di lenti o di determinati apparecchi durante la guida

1. Il titolare di patente di guida o di certificato di idoneità alla guida dei ciclomotori al quale, in sede di rilascio o rinnovo della patente o del certificato stessi, sia stato prescritto di integrare le proprie deficienze organiche e minorazioni anatomiche o funzionali per mezzo di lenti o di determinati apparecchi, ha l'obbligo di usarli durante la guida. (1)

2. E' vietato al conducente di far uso durante la marcia di apparecchi radiotelefonici ovvero di usare cuffie sonore, fatta eccezione per i conducenti dei veicoli delle Forze armate e dei Corpi di cui all'art. 138, comma 11, e di polizia. (2) E' consentito l'uso di apparecchi a viva voce o dotati di auricolare purché il conducente abbia adeguata capacità uditiva ad entrambe le orecchie (2) che non richiedono per il loro funzionamento l'uso delle mani.

3. Chiunque viola le disposizioni di cui al comma 1 è soggetto alla sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 76 a euro 306. (3)

3-bis. Chiunque viola le disposizioni di cui al comma 2 è soggetto alla sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 152 a euro 608. Si applica la sanzione amministrativa accessoria della sospensione della patente di guida da uno a tre mesi, qualora lo stesso soggetto compia un'ulteriore violazione nel corso di un biennio. (3)

(1) Comma così modificato dalla Legge 29.07.2010 n° 120. Testo in vigore fino al 18 gennaio 2013. Dal 19 gennaio 2013 sarà applicabile il seguente testo, ai sensi del D.Lgs. 18 aprile 2011, n. 59: "1. Il titolare di patente di guida al quale, in sede di rilascio o rinnovo della patente stessa, sia stato prescritto di integrare le proprie deficienze organiche e minorazioni anatomiche o funzionali per mezzo di lenti o di determinati apparecchi, ha l'obbligo di usarli durante la guida."
(2) Le parole: "nonché per i conducenti dei veicoli adibiti ai servizi delle strade, delle autostrade ed al trasporto di persone in conto terzi." sono state soppresse dalla
L. 13 febbraio 2012, n. 11 e le parole “o dotati di auricolare purché il conducente abbia adeguate capacità uditive ad entrambe le orecchie” sono state inserite dalla L. 1 agosto 2002, n. 168.
(3) Comma così modificato dal
D.M. 22 dicembre 2010, in G.U. n. 305 del 31-12-2010

Politica  

Dalle scope ai congressi: la primavera padana

Alberto Centemero (Lega)

 Avremmo potuto dire che queste cose succedono in tutti i partiti. Avremmo potuto far notare che per somme molto più elevate (ad es. il caso Lusi nel PD o l’affaire Montecarlo della famiglia Fini-Tulliani) si è fatto molto meno rumore.  Eppure non lo abbiamo fatto. Noi siamo la Lega, siamo differenti,  e abbiamo, anche a costo di un salasso elettorale, chiesto punizioni esemplari anche per chi ha speso un solo centesimo del movimento.

 Si è dimesso Umberto Bossi, si è dimesso Renzo Bossi (detto Trota), abbiamo espulso dalla Lega l’ex tesoriere e persino il vice presidente del Senato (Rosy Mauro).

“In lega i militanti hanno sempre ragione” ha detto Matteo Salvini in una delle sue innumerevoli interviste televisive. Ed è così, unico vero caso di movimento o partito politico nel nostro Paese in cui è la base a decidere (e punire) e non i vertici ad imporre.

Sono nato nel ’46 e di epoche politiche ne ho vissute molte, dal ’68 alla guerra fredda, da mani pulite al watergate, ma un segretario di partito che fa il mea culpa non mi è mai capitato di vederlo.

La lega ora ripartirà, rinnovata e vivace, dalla catarsi che sta vivendo e  dai congressi che si celebreranno subito dopo le amministrative.

E’ l’inizio di una nuova stagione, la primavera padana.

La risposta del sindaco Giovanna De Capitani

 

Cernusco, 12 marzo 2012

Ho presenziato ieri mattina alla inaugurazione della nuova piazza Agnesi a Montevecchia, condividendo ed apprezzando molto il discorso fatto per l'occasione dal sindaco Sandro Capra. Numerosi i richiami ai valori civili e sociali legati alla storia del nostro Paese che, in occasione delle manifestazioni per la ricorrenza dell'Unità d'Italia, tutti noi cittadini dobbiamo avere ben presenti nel nostro vivere quotidiano basato sul rispetto reciproco.

La presenza dei sindaci e degli amministratori dei quattro Comuni di Cernusco, Lomagna e Osnago, oltre al primo cittadino di Montevecchia, ha voluto rappresentare un forte segnale di coesione e di condivisione progettuale dei nostri paesi verso un percorso di funzioni associate che valutano prima di tutto il bene comune per i nostri cittadini.

A fronte di questo momento di esplicita e forte collaborazione trovo perlomeno inopportuno l'attacco di una parte della nostra minoranza, gruppo Renata Valagussa Sindaco, verso il sindaco Robbiani e la Giunta che rappresento.

Il sindaco di Merate, già in un primo incontro pubblico nel luglio scorso a Cernusco, si era fortemente espresso in merito alla necessità di una visione collettiva di tutto il territorio dove ogni singola azione sarebbe dovuta partire da questa analisi e non dalla semplice e contestuale esigenza di un solo comune.

Nello stesso modo si è espresso il prefettto di Lecco, il dottor Valentini, nell'affrontare il tema della sicurezza e del progetto territoriale legato alla videosorveglianza.

E' indispensabile in questo preciso contesto storico ed economico "aprire gli orizzonti" verso una visione collettiva e condivisa delle problematiche territoriali.

Tutto questo spiega le nostre opinioni in merito all'accordo di programma firmato da tre Amministrazioni diverse nel 2008 dove permane la volontà di proseguire verso la desemaforizzazione attraverso il progetto che prevede due rotonde e un sottopasso ciclo pedonale, mentre non condividiamo la necessità di costruire un'ulteriore nuova strada (bretellina) ma altresì di riqualificare quelle già esistenti.

I rapporti tra tecnici e politici, che hanno consentito al Comune di Cernusco di operare congiuntamente al Comune di Merate, nella persona del sindaco Robbiani e dell’Assessore Panzeri, e alla Provincia di Lecco, nella persona dell’assessore Simonetti e dell’ingegnere Valsecchi, sono legati da comuni intenti verso il miglioramento della viabilità territoriale per tutti i cittadini, sia residenti che in transito.

 

Per inciso:

- non e' stato valutato alcun progetto preliminare non essendo stato lo stesso ancora consegnato al Comune di Cernusco, dopo l'approvazione della Giunta provinciale.

- non avendolo ricevuto non abbiamo avuto di conseguenza a tutt'oggi la possibilità di valutarlo né in Giunta nè all'interno delle Consulte: quindi ogni considerazione in tal senso risulta infondata e offensiva nei confronti dei cittadini che hanno aderito alle Consulte numerosi e motivati

- i Capigruppo consiliari sono da me metodicamente informati e convocati in merito alle decisioni importanti e, nel merito dell'accordo di programma, le osservazioni richieste e trasmesse alla Provincia di Lecco sono state redatte dopo un incontro con i capigruppo, presente anche la signora Valagussa, ai quali è stata in seguito trasmessa copia della comunicazione

- le valutazioni dello studio Polinomia risultano superate dal completamento del raddoppio ferroviario che ha modificato i dati di transito

- i dati che confermano il miglioramento della viabilità con le rotonde del progetto 8 bis, rispetto agli attuali semafori, sono certificati e supportati dalla relazione tecnica trasmessa congiuntamente alla proposta n.8 bis dalla Provincia di Lecco, nello scorso mese di luglio 2011

L'opinione di Renata Valagussa Raimondo sulla viabilità cernuschese

Cernusco Lombardone, 10/03/2012

Ho letto su Merateonline  che il sindaco Robbiani in un’sssemblea pubblica con la popolazione di Brugarolo ha annunciato che nel 2013 si faranno le rotonde a Cernusco e finalmente è stata presa una decisione.

Ma la decisione era già stata presa nel 2008 dall’Amministrazione Bagnato con un accordo di programma firmato dalle Amministrazioni di Cernusco, di Merate e dalla Provincia e che prevedeva la desemaforizzazione e la contestuale realizzazione di una bretellina per togliere traffico dall’incrocio.

È chiaro che Robbiani  esulti perché lui non ha voluto rispettare quell’accordo e ha agito perché  si addivenisse  ad una diversa decisione che  toglierà il traffico dal Brugarolo per scaricarlo ancor di più sullo svincolo di Cernusco.

Come diceva lo studio di Polinomia parecchi anni fa, la mancata realizzazione della bretellina porterà ad una ulteriore inquinamento dell’aria in corrispondenza dell’incrocio di Cernusco in  una zona dove i PM10 sono già altamente al di sopra della soglia prevista dalla legge.

Nell’articolo si afferma anche che  “la Giunta Provinciale acquisirà le osservazioni e le modifiche chieste e vagliate da Cernusco”.

Questo significa che Cernusco ha già fatto le sue osservazioni, come al solito senza consultare i cernuschesi.  Anche con questa Amministrazione le famose consulte sono semplicemente decorative e servono solo per dare l’impressione ai cittadini di venire ascoltati. Non è cambiato niente .

Il Comune di Cernusco, con l’Amministrazione Bagnato, aveva dato un incarico ad uno studio di progettazione esperto di tecnica del traffico per validare l’idea della provincia (non molto diversa da questa 8 bis) e il responso era stato che senza la bretellina la soluzione delle rotatorie non può funzionare nelle ore di punta.

Oggi quindi l’Amministrazione De Capitani sconfessa quella Bagnato e decide, senza una nuova consulenza specialistica, che invece il progetto può funzionare anche senza la bretellina?

Se ne assuma la responsabilità.

Questa decisione  di accettare le rotonde senza Bretellina noi “di Renata Valagussa Sindaco” non la condividiamo e riteniamo che mentre prima l’intero Consiglio comunale era unanime sulla scelta ora la decisione sarà presa solo a maggioranza.

Cordiali saluti

Renata Valagussa

L'opinione  

di Dario Vanoli

 

PER UN PAESE PIÙ SICURO

 

05/09/2011

 

Ancora graffiti: la stazione ne è piena. Belli colorati, addirittura una balena. Del resto finche c'è spazio e nessuno lo vieta, perché non continuare...

Periodo difficile per il nostro paesino, sicuramente  quest'estate, falcidiato dalla cronaca nera: rapine, furti nelle macchine di notte in parcheggi pubblici e  privati, spaccate nei medesimi esercizi commerciali... e tanto, tanto degrado.

Dove? In stazione: dentro e fuori i locali e nei parcheggi annessi. Graffiti ovunque: barriere, gradinate dell'FC, muri della stazione, case in centro e periferia.

E gli alberi: uno ad uno bruciato o tagliato lungo tutta via Sant'Ambrogio. Sperando che non sia solo l'inizio.

Il fenomeno d'accattonaggio che si sta spargendo a vista d'occhio con sessanta denunce in pochi mesi da parte degli agenti della nostra polizia locale

E' un bel campanello d'allarme. E' il momento di dire basta o per lo meno di mettere in campo strategie utili a combattere questi gravi fenomeni.

Telecamere: al villaggio san Marco, presa di mira dai topi d'appartamento e garage, una al cimitero, lungo il sottopasso dell'Esselunga, una in piazza San Giovanni Battista, una in via Lecco zona Comune, una in piazza della Vittoria nei giardinetti delle ex scuole, due in stazione: rotonda -bar e uscita parcheggio via Stoppani. Due agli incroci via Spluga.

Avranno certamente un costo, ma se ne parlava già nel bilancio del 2010 e del 2011 (solo in merito alla stazione, ma ancora non c'è nulla). Quindi niente di astruso; certo, magari studiato meglio, da esperti, tecnici che se ne intendono maggiormente, ma già sarebbe un buon modo per iniziare.

In questo periodo che abbiamo un agente di polizia in meno,  questi strumenti servono ancora di più. Aumentare le ore di vigilanza anche di sera sarebbe un palliativo; sono le telecamere che curano quel luogo 24 ore su 24.

E infine collaborazione: il senso civico. Nel notare movimenti o persone sospette cercare di capire se si tratta di malintenzionati ed avvisare immediatamente la polizia o i carabinieri. Non facciamo il gioco delle tre scimmiette, cernuschesi, aiutiamoci gli uni gli altri per migliorare  la realtà in cui viviamo.

L'opinione  

di Dario Vanoli

 

311/12/2010

 

Cari Consiglieri...

Nonostante l’atmosfera natalizia, le festività alle porte e lo scambio di auguri previsto a fine seduta, si è respirato tutt’altro clima in sala consiliare giovedì 23 dicembre, durante e dopo il Consiglio comunale.

Un ordine del giorno scarno: un’interrogazione, un’interpellanza, l’integrazione  al regolamento in merito alla cosiddetta riforma Brunetta e la ricognizione delle società partecipate con l’autorizzazione al mantenimento delle attuali partecipazioni, con nodo del dibattito Banca Etica.

Eppure sono volate parole pesanti, accuse e risentimenti da un banco all’altro.

Un clima che non fa bene al paese; un clima che non si dovrebbe respirare anche quando una maggioranza e una minoranza discutono perché hanno divergenze su un tema, un argomento qualsiasi.

Entro nel merito per uscirci però subito.

Le accuse più grosse dal consigliere Gianbattista Spada di Democrazia Cernuschese che per il secondo Consiglio consecutivo non si tira indietro e sbotta: «E’ gravissimo che il sindaco non risponda ad un’interrogazione della minoranza e ci spieghi come e perché fare un’interrogazione; inoltre che se quanto decide il Consiglio comunale non viene preso in considerazione dalla Giunta, mi chiedo cosa siamo qui a fare». L’ultima dichiarazione si riferisce a quest’ultimo Consiglio,  in merito all’interrogazione sul testamento biologico, in cui si chiedevano informazioni su quanti cernuschesi si fossero rivolti al Comune per registrarsi, ad un anno dall’approvazione in Consiglio.

Insieme per Cernusco, in particolare il primo cittadino Sergio Bagnato, non ha gradito questa accusa e il sindaco lo ha espresso chiaramente in questi ultimi due Consigli: le continue interrogazioni ed interpellanze della minoranza non sono affatto costruttive.

Ma ciò che più colpisce non sono questi cavilli o bagarre burocratiche, ma il messaggio che arriva ( se arriva) ai cittadini. Non a caso assisto da due anni a Consigli comunali senza pubblico, dove regna poca armonia e sono ad intervenire sempre gli stessi consiglieri.

Ed ora staremo a vedere verso metà gennaio quando scatterà “l’ora X”, quella tanto attesa…l’approvazione del nuovo Pgt.

L’augurio è che le cose cambino, ma in questo caso serve un ricambio, anzitutto generazionale, poi mentalità, in un clima più disteso per il bene di Cernusco. Le elezioni amministrative sono alle porte. Quale migliore occasione?

Chi si candida, da qualsiasi parte stia, come sindaco e consigliere metta questo tra i primi obiettivi in programma. Altrimenti tutto il resto sarà vano, con il rischio ancora di anni di spaccatura ed indifferenza.

Un invito a chi ama veramente Cernusco a mettersi in gioco. Solo chi ama e vive il proprio paese è bene che lo faccia. Con uno sguardo al futuro, rivalutando il passato, ma dimenticando le angherie degli ultimi 12 anni.

 

p.s. E’ bene che i cittadini vengano informati, e quindi evviva i giornali e i mezzi d’informazione, ma è bene che i cittadini si sveglino fuori e partecipino attivamente alla vita del loro paese

Opinioni sui Giovani

 

C I giovani a/di Cernusco: tra politica e svago.
L'Italia nel pallone

di Giovanna Ferrando

24/06/2010

 

Non sono né un’esperta nè una fan del calcio.

Per intenderci, sono la classica esponente di sesso femminile alla quale è stato spiegato il “fuorigioco” almeno un milione di volte, ovviamente senza successo.

Però ho visto in TV qualche spezzone di partite di questa prima parte del mondiale e mi sono fatta un’idea.

Il “mega-calcio” delle grandi squadre europee mi sembra un po’ in declino: emergono nazioni misconosciute, confinate in qualche angolo oscuro dell’atlante.

Sottostimate dai più, nel gioco danno l’anima, piene di energia, evidentemente pensando di non avere nulla da perdere.

Questa immagine mi sembra una metafora del nostro mondo occidentale attuale: la vecchia Europa che arranca e deve inventarsi qualsiasi cosa per affrontare le traversie economiche in mezzo a mille polemiche, trasversali ad ogni schieramento politico.

Ci manca, ecco, quell’entusiasmo che hanno le squadre outsider. Abbiamo storia ed esperienza, ma non sembriamo possedere più quello slancio vitale, quella fantasia di ingegno che nel passato ci hanno permesso di superare momenti tragici. E questo mi pare particolarmente vero per il nostro Paese.

Viziati , come sono i nostri calciatori semidei,  da una storia plurimillenaria e da una innata capacità  di ‘cavarcela – nonostante - tutto’, non riusciamo a trovare il guizzo vitale per creare sviluppo e occupazione, per valorizzare i nostri migliori cervelli costretti ad emigrare per poter lavorare adeguatamente ricompensati.

Come il nostro calcio mondiale mi sembra “barocco”, complicato e poco efficace, così la nostra società si perde in percorsi burocratici, in una ragnatela di leggi  che non mi paiono indispensabili per lenire la difficile situazione economica ma che vengono quotidianamente definite da chi le propugna “urgenti ed ineludibili”.

Non so come andranno a finire i mondiali in Sud Africa.

Purtroppo vediamo dove sta andando il sistema Paese.

Marcello Lippi è stato il deus ex machina della vittoria italiana dei mondiali del 2006, magari lo sarà anche di questi: in fondo , il calcio, per una totale inesperta, è un pallone scaraventato da una parte all’altra del campo da 22 persone in pantaloncini corti.

Per il Paese Italia, però, la situazione è un po’ più complessa: non c’è bisogno di un deus ex machina: ne abbiamo già fatta esperienza con esiti nefasti.

C’è bisogno di gioco di squadra, con regole chiare e valide per tutti, efficace nei passaggi, con qualche tocco di fantasia per concludere in porta.

C’è bisogno di onestà intellettuale per riconoscere che non è la sfortuna che “rema contro”, come in una partita quando non si riesce a segnare nonostante buoni passaggi, ma l’inettitudine di certa gestione, la pervicacia con cui si insiste a non vedere i problemi reali o considerarli risolti con demagogiche decisioni e a ritenere emergenze nazionali  i problemi di pochi.

 Vietato volare Dall'Islanda con furore

di Giovanna Ferrando

22/04/10

 

(gfd) Un piccolo vulcano dal nome impronunciabile nella lontana Islanda si è svegliato da un sonno lungo quasi due secoli ed i trasporti aerei si sono bloccati, commerci e movimenti di persone si sono paralizzati.

Migliaia di persone sono state costrette a prolungare soggiorni di studio, lavoro o villeggiatura perché impossibilitate a tornare a casa. Turisti, studenti, uomini d’affari, politici: tutti accomunati dall’impossibilità di raggiungere in aereo le proprie destinazioni e tutti alla ricerca di  mezzi di trasporti alternativi.

Abbiamo visto code infinite alle biglietterie delle stazioni ferroviarie, viaggiatori rassegnati a bivaccare negli aeroporti europei e, per contrasto, sale dei check in e degli imbarchi desolatamente e irrealmente vuote.

So di comitive di studenti tedeschi costretti a rientrare in patria nel nord della Germania con un rocambolesco viaggio  a tappe in treno; anche l’onnipresente Angela Merkel ha viaggiato come Ulisse per approdare a Itaca, nel tentativo di raggiungere Berlino dagli Usa.  Si sono annullati summit politici, dirottati soldati feriti dall’Afghanistan, rimandati concerti...

Ci siamo resi conto di quanto il trasporto aereo sia indispensabile, visto che anche molte merci, magari non proprio di sopravvivenza (sushi o mozzarelle), vengono recapitate dall’altra parte del pianeta via cielo.

Questa situazione se da una parte ha  evidenziato  le nostre difficoltà, per così dire, logistiche, dall’altra  ha posto anche inquietanti interrogativi sulla presunta onnipotenza dell’uomo sul creato.

Scenari apocalittici, finora visti solo nei film, di paesi interi soffocati da nubi tossiche, con le popolazioni costrette a stare in casa o ad indossare maschere antigas, si sono improvvisamente materializzati non in paesi dell’estremo oriente o nell’altro emisfero, ma nella nostra, cara, vecchia Europa.

Il vulcano dal nome impossibile, che per ora non ha fatto vittime, ha avuto, per così dire, il merito  di renderci consapevoli della nostra debolezza umana e della precarietà del nostro progresso. E ‘ come se il traffico aereo in tilt, e non per ragioni sindacali, abbia congelato democraticamente -  per quanto  non si sa – i movimenti di milioni di persone, costringendoli a rivedere i loro progetti. Tutti, senza riguardo di censo o titolo, a terra, con il naso metaforicamente all’insù, per vedere se e quando sarà possibile riprendere a volare.

E la decisione dipende non da noi, ma dalle bizze di un remoto vulcano islandese!

In realtà, già si sa come finirà: troppi sono gli interessi economici  in gioco:  ci diranno che l’emergenza è finita, che queste nubi da eruzione  non danneggiano gli aerei, e quindi si ricomincerà  a decollare  e il ritmo frenetico della nostra società occidentale riprenderà come al solito.  Il vulcano sparirà dalle pagine dei giornali, pur continuando la sua attività.

Mi auguro, però, che questo stop imposto dalla natura non venga dimenticato in fretta, ma rimanga come promemoria della nostra fragilità e del rispetto che tutti dobbiamo all’ambiente che ci circonda. 

Marzo2010... di Giovanna Ferrando

23/03/10

 

 E’ stato un mese piuttosto impegnativo per i cittadini italiani: alla difficile situazione economica che non sembra avere vie d’uscita si è ormai aggiunta la diffusa percezione che le difficoltà  riguardano solo noi, semplici cittadini alle prese con la quotidianità.

Non toccano minimamente un bel numero di persone occupate a titolo diverso nella gestione del “bene comune”, della “cosa pubblica”, dei politici, insomma, o di quelli che si fingono tali.

Ad esempio, quest’ultimi non si pongono problemi relativamente al rispetto  della forma, dei cavilli burocratici che spesso torturano noi semplici mortali: bypassano le regole, inventano “decreti per l’interpretazione autentica”  e, se sbagliano, non si danno pensiero di chiedere scusa o almeno di fare autocritica, come si usava dire in tempi ormai remoti.

E sì che ci sarebbe bisogno di una  dose di umiltà per riconoscere l’inettitudine di certi funzionari politici, per rimuoverli dai loro incarichi e per dichiarare apertamente di avere sbagliato.

Ma l’umiltà è una dote rara,  inapplicabile in politica: in compenso, abbondano la tracotanza e l’imperturbabilità di certi personaggi  che, se tentano una difesa delle loro posizioni, è soltanto per “non dire”, per tacere sulle effettive responsabilità. Il tutto nel silenzio totale dei media.

E’ accaduto anche questo, nel mese di marzo. I programmi di discussione politica, i talk show, sono stati per decreto eliminati dalla tv di stato per dare spazio alle tribune politiche, in vista delle elezioni di fine mese.

Non credo  che ciò sia indice di democrazia, quanto piuttosto di lesione della libertà di espressione. Immaginatevi una cosa del genere in Inghilterra, in Germania o in Francia, Paesi chiaramente democratici: sarebbe possibile?

Si può obiettare che non è stato messo alcuna bavaglio alla stampa, che è libera di scrivere e pubblicare. Già, ma in un Paese in cui la lettura regolare del quotidiano è cosa rara, la televisione è per molte famiglie l’ unica fonte di informazione.

Se questa viene fornita monca, senza chiavi di lettura, in modo totalmente acritico, o peggio,  già orientata, è evidente che si crea un deficit di conoscenza.

E intanto si scoprono fatti inquietanti che riguardano la trasmissione di programmi poco graditi nelle alte sfere, diktat per chiudere questo o quel programma, colpevole di attaccare certa parte politica. E’ immaginabile, tanto per tornare al panorama europeo, una Merkel che suggerisce la chiusura di un talk show a lei poco simpatico?

E’ vero, talvolta si tratta di indecorosi spettacoli-pollai, come sono stati argutamente definiti da chi se ne intende, ma esiste la possibilità di replica, il contraddittorio.

Non intendo difendere il programma di per sé, ma affermare il totale rifiuto alla becera censura politica.

Ultima nota di questo marzo 2010: gli episodi legati alla corruzione sembrano non finire mai.

E’ di questi giorni la notizia di un importante politico pugliese del Pd che si è fatto comprare con cappottini di cachemire,  scarpe inglesi e belle fanciulle  - ma senza ricevere un soldo, dice lui scandalizzato! – nell’ambito dello scandalo sulla sanità in Puglia.

Non c’ è più pudore e neanche senso della misura. Vendere la propria dignità, il proprio ruolo per un cappotto? Ma dove siamo? O tempora, o mores.

Gennaio 2010... di Giovanna Ferrando

01/02/10

 

Gennaio alle spalle Per fortuna, perché non  è stato un buon mese.

Innanzitutto, la tragedia di Haiti che  ha oscurato tanti altri fatti di cronaca e di politica non certamente edificanti. Eppure l’anno era cominciato sotto il segno della “riappacificazione” e «dell’a-more» (!!?) in campo politico.

E’ un delirio di onnipotenza e di incompetenza che ci travolge, da ogni parte politica, ad ogni livello. Dall’ennesima legge ad personam – e sappiamo bene chi è la personam – ai fatti di corruzione e concussione di Bologna  o Pavia – trasversali nel colore politico: “pecunia non oleat”-, dalle accuse di contaminazione mafiosa per molti politici importanti, alle varie primarie del Pd per decidere il candidato del partito per le regionali.L’accumulo di cariche - politiche e non - non spaventa più nessuno: più se ne hanno meglio è! 

I media trattano la cronaca politica con ossequio e devozione,  e la politica si beffa dei reali problemi dei cittadini. Diciamo la verità: a quanti di noi preme che sia subito legge il cosiddetto “processo breve”?  E’ davvero un’esigenza del Paese, soprattutto se non supportata da corpose misure che servano effettivamente ad accorciarli e non a farli sparire?

E l’intuizione geniale della quota massima del 30% di alunni stranieri in classe? Come si gestirebbero “gli esuberi”? Si creano nuove classi per poterli ospitare? Con le ristrettezze finanziarie che stanno soffocando la scuola? Come molto spesso è accaduto e accade, siamo alla politica degli annunci: per carità, buoni propositi, decisioni che sulla carta potrebbero essere anche condivisibili, ma senza adeguati provvedimenti finanziari e legislativi.

In tema di scuola, che a me sta molto a cuore, a che punto siamo con la riforma dell’istruzione superiore? Tutto a posto, sulla carta, ma in pratica, con le iscrizioni prossime, come si devono comportare i genitori, che scelte operare? Le scuole non hanno certezze; negli open days degli istituti statali si parla molto al condizionale presentando possibili ipotesi di indirizzi.

Tutto questo nel silenzio più totale dei media: una riforma strutturale della scuola  dovrebbe essere oggetto di discussione e dibattiti  in qualsiasi Paese serio, preoccupato del futuro delle proprie generazioni. Noi evidentemente non lo siamo.

Abbiamo avuto altri temi di discussione, che devono essere sembrati più urgenti e vitali. Ad esempio, si è  parlato per settimane di Bettino Craxi: grande statista morto in esilio o uomo colpevole di vari reati morto in latitanza? E’ una domanda che ha occupato le prime pagine di giornali e telegiornali in occasione del decennale della sua morte. Neanche i suoi figli si aspettavano tanta attenzione, probabilmente. E’ stata l’occasione per giustificare di nuovo reati di tipo finanziario, per trattarli come bagattelle, soprattutto se sono serviti alla  sopravvivenza di un partito.

Ormai ci stiamo abituando a tutto, o meglio: si intorpidisce la coscienza pubblica, così che nulla faccia più scandalo o susciti scalpore. In tutti i campi.  Con buona pace della coerenza, di affermazioni che una volta dette sono subito contraddette o negate con estrema disinvoltura e sfacciataggine.

Inutile dire che in un contesto del genere, i veri guai del Paese restano marginali, a malapena menzionati, e subito rimossi o coperti da altri titoli di giornale, più interessanti e più utili, forse, a qualcuno.

A.D. 2009 di Giovanna Ferrando

26/12/09

Probabilmente per noi Italiani le immagini simbolo del 2009 sono, e resteranno, quella del premier ferito a Milano e quella della Casa dello Studente semidistrutta all’Aquila nel terremoto del 6 aprile in Abruzzo. Indubbiamente sono due fatti molto gravi che hanno segnato le cronache del Paese,  suscitando in entrambi i casi  unanime solidarietà.

E non è cosa da poco in questi tempi in cui l’invito ad  “abbassare i toni”, da tutti percepito come saggio ed utile, viene clamorosamente contraddetto non solo dai fatti, ma anche dalle modalità in cui si invita alla moderazione. Insomma, condividere l’ “abbassiamo i toni!” ed utilizzare contestualmente termini forti, offensivi o palesemente in mala fede, contribuisce ad aizzare gli animi e rinfocolare le polemiche.

Tant’è: il nostro Paese è in perenne stato di polemica anche quando le cose dovrebbero essere  univoche, come ad esempio le decisioni di tribunali e magistrati. Si possono non condividere, ma parlano chiaro e, come è stato per l’ormai mitico Lodo Alfano, si appoggiano alla Costituzione che detta linee di condotta piuttosto precise.

In questi dodici mesi, insomma, gli italiani sono stati testimoni di estenuanti vicende parlamentar-politiche o pseudo-politiche che i nostri amici d’Oltreoceano, ma anche i colleghi europei manco se le sognano…

Il “Papigate”, che ci ha rallegrato a primavera, ha fatto impallidire il caso Lewinski in cui fu coinvolto il presidente Clinton  qualche anno fa. E le frequentazioni nel tempo libero – che deve essere abbondante! -  dei nostri politici hanno attirato l’attenzione internazionale. I media stranieri non si sono mai occupati tanto di noi neanche quando abbiamo vinto i mondiali di calcio! Non sempre dicono cose condivise o condivisibili, ma danno un’interpretazione diversa, da esterni, della nostra complicata realtà.

Inutile chiedere ai nostri media di fare altrettanto: quest’anno credo che tg e talkshow abbiano toccato il fondo nel raccontare i fatti in modo poco obiettivo, o peggio, nel tentare di insabbiare quelli scomodi e nell’ospitare discussioni accese che divagano sempre dalle reali domande del Paese. 

In un solo caso i media stranieri si sono espressi unanimemente in termini positivi: in occasione del G 20, organizzato velocemente e apparentemente senza intoppi  all’ Aquila. I grandi della Terra  e rispettive signore in visita alle macerie post-terremoto sono stati molto apprezzati da (quasi) tutti. E forse è stata dimenticata l’infelice battuta del premier a proposito di “sfollati campeggiatori”,  pronunciata in occasione di una visita in loco.

Il Grande della Terra per antonomasia, Mr Obama, ha vissuto i suoi primi dodici mesi da inquilino alla Casa Bianca: non si è fatto mancare nulla, neppure il Premio Nobel per la Pace, conferitogli per i suoi sforzi soprattutto a proposito di disarmo nucleare. L’altro disarmo, quello di Iraq e Afghanistan, sembra ancora lontano, soprattutto dopo che ha parlato di «guerra necessaria ». Da quelle parti forse non condividono la necessità della guerra e si va avanti tra  parvenza di normalità ed attentati.  La base di Guantanamo, che accoglieva  militari e terroristi prigionieri, sta per essere smantellata con una distribuzione equa dei suddetti ospiti: due sono destinati all’Italia e sicuramente ne sono felici.

Obama e tutti i governanti hanno passato dodici mesi da incubo nel tentativo di gestire una crisi economica, iniziata già nel 2008,  che ha toccato punti molto critici nel corso del 2009.  Banche in supercrisi, aziende in chiusura, multinazionali in fallimento: come  evolverà questa situazione è davvero un’incognita. I dati sono comunque negativi e le ripercussioni sono visibili nella vita quotidiana di ognuno di noi: l’invito ai consumi spinti cade nel vuoto se le casse familiari sono vuote. Si parla di un 2010 ancora difficile, ma in ripresa: speriamo! I responsabili dei governi mondiali hanno avuto decisamente un buon numero di problemi da risolvere, in ogni ambito.

L’irrompere, già in estate, della cosiddetta influenza suina ha messo a dura prova protocolli sanitari e diplomatici con un listino nero di vittime che almeno all’inizio pareva un bollettino di guerra. Ora non se ne parla più tanto ed un buon numero di dosi di vaccino resta inutilizzato: allarmismo eccessivo? Troppa prudenza?

Il recente summit di Copenhagen sull’ambiente non ha prodotto grandi risultati, se non le solite promesse e buoni propositi.

Le zone calde, in termini figurati, della Terra rimangono tali: Medio-Oriente, Iran, repubbliche ex Unione Sovietica, naturalmente ancora e sempre l’Africa che non fa mai notizia.

La nostra Europa ha rinnovato i membri del  proprio Parlamento con la consueta, successiva manfrina per aggiudicare le cariche più prestigiose. Anche la Germania ha avuto le elezioni: poco di nuovo sotto il sole di Berlino, se si pensa che è ancora cancelliere la Merkel, anche se in una diversa coalizione. Parlando di Germania, non si può non menzionare il ventesimo anniversario della caduta del muro, degnamente celebrato nella capitale tedesca. Se quello materiale è praticamente imploso per una serie di fatti e coincidenze; il “muro mentale”, tra i cittadini della Repubblica Federale Tedesca e della ex- DDR forse non è del tutto sparito.

Nell’area mediterranea del vecchio continente, abbiamo purtroppo assistito agli ennesimi tentativi di sbarco di clandestini in Sicilia, addirittura a barconi contesi tra Malta e Italia, alla eterna questione della gestione dell’immi-grazione, non ancora risolta.

Insomma, niente di nuovo sotto il sole italiano: anche le vecchie, care Ferrovie dello Stato, ops! Trenitalia, hanno mantenuto fede alla loro tradizione di ritardi e disguidi. Purtroppo, anche un tremendo incidente, a Viareggio, il 30 giugno, quando esplose un vagone  di gas liquido presso la stazione: anche in questa occasione, molti morti e feriti.

Morti e feriti anche sul lavoro, tragico slogan, che non vorremmo mai più sentire.

Un argomento forte, nei primi mesi del 2009 prima della bufera politico-boccaccesca, è stato quello del “fine vita”: il caso di Eluana ha scosso le coscienze di tutti e ha messo in evidenza la necessità di una regolamentazione in questo campo così delicato. Il punto cruciale era, ed è se l’alimentazione in casi senza speranza sia da considerarsi o meno accanimento terapeutico: la questione è ancora aperta, e le opinioni restano divergenti.

Ma, discorsi seri a parte, il 2009 è stato anche l’anno della morte di Mike Bongiorno, Michael Jackson, pop star eternamente bambino, e di quella di Patrick Swayze, l’attore idolo di una generazione di teenagers per i suoi “balli proibiti”. Si sono celebrati anche i 75 anni di Sophia Loren e Brigitte Bardot, miti di lontane generazioni, e si è avuta anche la clamorosa vincita di quasi 150 milioni di euro al lotto.

E, permettetemi, il 2009 è stato anche l’anno del matrimonio di mia figlia.

Rettifica sull'ultimo consiglio comunale

29/11/09

Gentili Signori,

ho letto il vostro sintetico resoconto sul Consiglio Comunale del 26 novembre scorso. Non so chi fosse presente dei Vostri redattori, ma sono sconcertato dalla superficialità (non voglio dire faziosità) con cui alcuni fatti sono raccontati. Mi occupo in primo luogo della delibera sulle variazioni di bilancio: ridurre il dibattito che vi è stato al fatto che il consigliere Marazzi ha attaccato Oldani (tra l’altro ha anche affermato, sapendo che non sono l’Assessore al bilancio, ma solo un consigliere che esprime le sue opinioni dicendomi che se fossi stato in un’azienda a fare i bilanci così mi avrebbero già licenziato) e che i 6000 euro alla Scuola Materna Ancarani sono stati “dati perché i soldi sono avanzati dal bilancio e non a inizio anno nelle previsioni”, è un impoverire il dibattito che sulla scuola Materna l’attuale maggioranza consiliare  di Cernusco ha da tempo avviato rivedendo e migliorando la convenzione che regola i rapporti tra Amministrazione Comunale e Scuola, l’impegno a fornire a fronte di bilanci e consuntivi tutte le risorse che servono, il fatto che c’è un gruppo di lavoro unitario che opera con questo obiettivo.

Sull’interpellanza relativa all’esposizione del Crocefisso è triste che Voi scriviate che “Si cercherà comunque di non consentire che venga tolto”. Anche qui mi pare che vogliate solo dividere e non coglier i valori che su questa questione unificano maggioranza e opposizione, ma soprattutto perché nella risposta del Sindaco, quando si parla di che cosa pensa la maggioranza in ordine alla sentenza della Corte europea, sta anche scritto “Una è che, se nelle scuole c’è il crocefisso, non ci sono ragioni che possono giustificare il fatto che non vi rimanga.”

Comunque le interrogazioni ed interpellanze con le relative risposte sono state pubblicate, già nella giornata del 27 novembre 2009, sul sito del Comune.

 Cordiali saluti

 

Luigi Mario Oldani

Consigliere Comunale di Cernusco Lombardone

Ottobre 2009

Il sonno della coscienza

di Giovanna Ferrando

OVVERO COME VIVERE FELICI E CONTENTI

SENZA PORCI TROPPE DOMANDE

 

Siamo in una società in perenne stato di stand-by  - e non intendo computer o tv - quanto piuttosto un senso di latitanza che caratterizza i nostri atteggiamenti, soprattutto quando è bene prendere posizione, esporsi, magari  anche in modo non popolare.

Ciò causa mancanza di chiarezza, confusione, relativismo, sia nei singoli individui che nell’intera società.

Qualsiasi tema o problema viene assorbito nelle nostre coscienze, metabolizzato, convinti come siamo della nostra modernità e delle nostre  ampie vedute.

Il bombardamento mediatico, spesso travisando le cose, ci confeziona verità di comodo, opinioni mediamente accettabili che ci fa comodo fare nostre senza porci troppe domande, senza scandalizzarci più di tanto.

Accade anche il contrario: il silenzio dei media, in alcuni casi, provoca un tranquillo torpore.

Se un fatto non viene divulgato, non esiste, è come se non si fosse mai verificato. E’ chiaro che i mezzi di comunicazione hanno grandi responsabilità e devono poter lavorare informando correttamente, senza reticenze né censure (queste addirittura preventive…), aiutando a creare opinioni. Sta a noi, poi, sapere leggere gli eventi, interpretarli per poterci formare una coscienza critica attiva e reattiva.

Mi riferisco ai noti e recenti fatti che hanno coinvolto personaggi politici di rilievo, di cui forse non si è compresa la gravità, ma non solo.

Qualche anima bella ha proposto, giorni fa, l’insegna-mento della religione islamica nelle nostre scuole. Non mi sembra che la cosa abbia scosso l’opinione pubblica.

Non mi pare che si sia, ad esempio, invocato il principio di reciprocità (scuole islamiche in Italia, libertà di culto totale nei paesi islamici), né che si sia  argomentato sulle modalità secondo cui si potrebbe organizzare la cosa.

In nome di una comoda tolleranza si lascia che argomenti simili scivolino via senza suscitare alcuna riflessione in noi. E’ la nostra cultura che è in stand-by, la nostra fede, che sonnecchia nel “politically correct” di una “visione aperta e moderna” dei problemi.

L’idea di creare delle “madrasse” in Brianza dove insegnare l’Islam, con tutte le conseguenze del caso, non ci sconvolge.

O, forse, siamo addirittura più avanti: sappiamo già che si tratta di battute, finalizzate a deviare l’attenzione da altri problemi, debitamente occultati.

Se, però, si accenna ai nostri interessi economici, allora ci risvegliamo, pronti a scagliarci contro provvedimenti che consideriamo ingiusti. Non indugiamo a prendere posizione e non ci rendiamo conto di quanto più insidiosi siano i dibattiti insabbiati su argomenti che riguardano la nostra cultura, la nostra morale, la nostra fede.

Giugno 2009 -Di tutto un po'

di Giovanna Ferrando

E’ stato un bel mese impegnativo, questo giugno, sotto molti punti di vista.

Innanzitutto si è chiuso un anno scolastico iniziato all’insegna di grandi novità annunciate, in particolare per la scuola primaria e secondaria di primo grado (le medie): voti al posto dei giudizi, la valutazione della condotta che fa media, l’adozione vincolata per sei anni dei libri di testo, la possibilità data ai genitori di optare tra tempo breve o tempo lungo (decisamente per il tempo lungo la maggior parte dei genitori dei bimbi della primaria), tra inglese potenziato o inglese più una seconda lingua straniera (come prevedeva la riforma  Moratti e come si è fatto sino all’anno scolastico 2008/9).

Questa possibilità di scelta offerta alle famiglie presso il supermercato scuola, ha creato molta confusione e disorientamento: le scuole, impegnate a soddisfare le richieste, stanno facendo i conti con bilanci striminziti ed organici ridotti all’osso.

Se effettivamente si riuscirà a venire incontro alle richieste delle famiglie, si saprà a settembre, quando le scuole riapriranno.

Di certo è che con  proclami  ed annunci la scuola non si riforma: occorre verificare nella pratica l’ efficacia e la fattibilità di quanto teorizzato. Ciò vale anche per l’attesa riforma degli ordinamenti superiori, presentata come grande novità: attendiamo i fatti per giudicare. Ovviamente, se mancheranno le risorse finanziarie (per adeguare ai criteri di sicurezza e didattici gli istituti e per evitare ulteriori riduzioni di organico) vi sarà la sensazione della solita occasione perduta.

Non solo scuola, in questo mese di giugno. Anche frenetica attività politica.

Le elezioni per il parlamento europeo, le amministrative e il referendum, hanno impegnato non poco i cittadini, i politici ed i media.

I risultati sono stati piuttosto sorprendenti: l’intreccio tra  politica e  le vicende private piuttosto piccanti di Berlusconi non ha giovato al premier.  Riforme, leggi, tutto è passato in secondo piano.

Buona parte dell’elettorato conservatore del Cavaliere è rimasta delusa e forse anche imbarazzata nel venire a conoscenza di certi episodi non proprio edificanti  che appartengono sì alla sfera privata della persona, ma gettano una luce molto ambigua sulle dichiarazioni di fedeltà ai valori  e alla famiglia che il nostro premier ha sempre proclamato. Tutte menzogne? Bene, lo si accerti con chiarezza e si ripristini uno stile di vita consono anche al periodo di crisi economica che stiamo attraversando.

Se ogni tanto ai voli di stato si sostituissero dei normali voli di linea, magari low cost, soprattutto per muovere  corte ei cortigiani, non sarebbe poi tanto male.

In questo panorama politico-gossipparo è apparsa a Roma, sempre in giugno, una bella tenda beduina che ha ospitato il presidente libico Gheddafi. Personaggio stravagante, dal passato discusso, suscitatore di opinioni discordanti, ma ascoltato e riverito durante il suo soggiorno nella città capitolina.

Bardato nei suoi folcloristici abiti, è stato ospite delle istituzioni politiche e presso l’università La Sapienza, dove ha  avuto modo di esprimere le proprie opinioni su vari argomenti e dispensare pillole di cultura, a differenza di Benedetto XVI cui questa opportunità fu negata.

Stranezze di questo giugno 2009.

Dibattito speciale ex consorzio. Preso atto dell'opinione del sindaco e di Renata Valagussa di Dc, voi lettori cernuschesi cosda ne dite? Esprimiamo il nostro parere ora che siamo ancora in tempo

   

di Giovanna Ferrando

Si è molto parlato nei giorni scorsi dell’opportunità per un uomo politico di rilievo, come il primo ministro Berlusconi, di rendere platealmente pubblico un affare che dovrebbe essere alquanto riservato: la fine del suo matrimonio.

In realtà  è stata la moglie Veronica a comunicarlo, comprensibilmente irritata dalle frequentazioni giovanili del consorte.

Si è scatenata una bagarre mediatica non focalizzata sulla questione in sé – la presenza del premier al party di una sconosciuta diciottenne – , quanto sulla rilevanza pubblica del divorzio Berlusconi/Lario.

 

Si è fatto un gran ripetere di detti e proverbi popolari adatti alla situazione, quali: “tra moglie e marito non mettere il dito” o “i panni sporchi si lavano in casa”, ma non sono stati minimamente rispettati da nessuna delle due parti.

Strano matrimonio quello che si basa su comunicati stampa  - la signora ce ne aveva rifilato un altro più o meno un anno fa – e su partecipazioni a trasmissioni TV che consentono al marito di esprimere le proprie ragioni coram populi, cautamente intervistato dal giornalista-confessore.

E strana anche la discussione che ne è nata: con presupposti simili, come ci si può aspettare riservatezza e pudore? Certo, chiunque fosse coinvolto in tali delicate faccende, ne sarebbe imbarazzato.

Il nostro premier, almeno apparentemente, non lo è sembrato affatto ed ha prontamente sfruttato l’occasione per apparire in pubblico, parlare in toni decisi, trasformando così un evento potenzialmente negativo in positivo.

Mi sembrano un po’ fuori luogo, quindi, i richiami di coloro che invitano pudicamente alla gestione riservata dell’accaduto. L’uomo non è pubblico, è superpubblico, abilissimo nella comunicazione, con una straripante parlantina, incontenibile nelle battute e imbattibile nelle smentite.

E’ dovere dell’informazione non tacere sulla vita privata dei nostri politici, tanto meno su quella pubblica, se si sospettano ombre e atteggiamenti poco chiari.

Con le elezioni questo invito si è fatto ancora più pressante: sembra di cogliere un senso di fastidio dei nostri rappresentanti politici quando sono intervistati  con domande dirette su precise questioni.  Svicolano se sono dialetticamente abili, teorizzano sui massimi sistemi se non hanno argomenti, si adirano e sbottano se si sentono messi alle strette.

Vogliamo un’informazione seria, che informi senza compromettersi con il “potere”.

Vogliamo giornalisti seri, che sappiano fare il proprio mestiere, cioè: riportare i fatti, tutti, anche quelli più “scomodi” .  Disposti a porre anche domande imbarazzanti;  pronti anche a ricevere risposte non pertinenti o maleducate, e solleciti nel riportarle così come  sono.

Sarà il lettore, o lo spettatore, a giudicare e a trarre le debite conclusioni.

La libertà di espressione e opinione non è un principio astratto, ma costituisce la base stessa di un sistema democratico: le nostre opinioni devono nascere da una corretta conoscenza dei fatti, non mistificata o adattata alle esigenze del politico di turno. E’ una censura sottile quella che si insinua in moltissime notizie non riportate o solo parzialmente riferite: ci si abitua ad un’informazione lacunosa e non ci si scandalizza più di nulla.

I giovani e la crisi

_ L'indagine di D&F

Cara redazione...

Cara redazione di Dentro&Fuori, mi complimento con voi!

E’ davvero bello vedere tanto amore per la propria “comunità” e tante iniziative!

Continuate così!

 

Chiara, una lettrice lecchese

SULLE BARRIERE
di Mauro Maverna
Robbiate

Poiché non si può avere la botte piena e la moglie ubriaca, chi non vuole le barriere non si lamenti poi del rumore!

La colpa delle barriere, poi, secondo me, va attribuita a chi (e non so chi sia) non ha tenuto gli edifici abbastanza lontani dalla ferrovia al momento della loro costruzione, non vi pare?