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FUSIONE, I PERCHÈ DI UNO STOP |
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PROGETTO FUSIONE, BRIVIO: «PECCATO CHE L'AMMINISTRAZIONE DI CERNUSCO NON ABBIA ADERITO ALLO STUDIO DI FATTIBILITÀ ANCOR PRIMA DI LEGGERE INSIEME LA PRIMA BOZZA» Venerdì 10 aprile alle 20.30 presso la sala civica Pertini di Osnago si è tenuto un Consiglio comunale aperto alla cittadinanza per presentare e dibattere sui risultati dello studio di fattibilità (pubblico e consultabile, http://www.comune.osnago.lc.it/territorio/news-e-newsletter/eventi/FUSIONE-DEI-COMUNI-00001) svolto da ANCITEL, società specializzata di ANCI, sulle condizioni di omogeneità e le possibilità derivanti da un ipotetico progetto di fusione a tre tra i comuni di Cernusco Lombardone, Lomagna e Osnago.
«È stato deciso di richiedere ad Ancitel l’elaborazione e la
redazione di uno studio di fattibilità a seguito di delibere
approvate nei mesi precedenti dalle amministrazioni comunali
di Cernusco Lombardone, Lomagna e Osnago, senza la
partecipazione del comune di Montevecchia che fin
dall’inizio aveva deciso di ritirarsi dal progetto – ha
dichiarato il sindaco di Osnago, Paolo Brivio
(nella foto sotto a sinistra) - Il Comune di Osnago ha
creduto fortemente fin da subito in questo possibile
progetto, infatti è stato l’unico comune dei tre a
deliberare all’unanimità in data 28/10/14 la delibera di
convenzione per l’elaborazione e la redazione dello studio
di fattibilità. In ogni caso tutti e tre i comuni erano
consapevoli del fatto che, se i risultati dello studio di
fattibilità si fossero rivelati positivi ed incoraggianti,
si sarebbe potuto chiedere alla Regione, entro l'1 marzo, di
avviare la procedura che avrebbe condotto al referendum
popolare a fine 2015. Si è arrivati alla richiesta dello
studio di fattibilità ad Amcitel dopo mesi di intenso lavoro
svolto da
una Commissione intercomunale, com
Successivamente
Brivio ha passato la parola a Claudio Colombo
(nella foto a destra), consigliere «Come già illustrato dal sindaco la nostra amministrazione comunale ha valutato a lungo non solo i punti forti e le opportunità legate al progetto ma anche le minacce ed i punti di debolezza ma si è deciso di proseguire ugualmente nella valutazione proprio per il fatto che questi aspetti ci sono sembrati superabili ed affrontabili nel tempo. Inoltre ci è sembrato che, tra lo studio di fattibilità e l’eventuale referendum, tutti i comitati che si sarebbero andati formando avrebbero avuto tutto il tempo di fare proposte progettuali concrete. Passando ora nel concreto ai risultati dello studio di fattibilità si può notare che la composizione anagrafica, il tessuto sociale ed i problemi sociali riscontrabili nei tre comuni siano molto simili. Anche la compatibilità ambientale tra i tre paesi è molto elevata tanto che tutti e tre i comuni si trovano ad avere pressoché la stessa superficie di territorio nel Parco di Montevecchia. La compatibilità a livello del tessuto economico è molto elevata, infatti le attività più rilevanti nei tre paesi sono le stesse e hanno lo stesso peso. Vi è anche grande omogeneità dal punto di vista dei servizi erogati dai tre comuni sia in termini di costi, sia di numero di servizi. Per quanto riguarda la fiscalità, invece, vi sono delle differenze, però non abissali, che con impegno e serio lavoro da parte di tutte e tre le parti si possono appianare col tempo; comunque tutti e tre i comuni risultano essere sani e quindi nessuno porterebbe dissesto nei bilanci e nei patrimoni finanziari degli altri. Per quanto riguarda i servizi in ogni caso sarebbe rimasto in ogni comune uno sportello di front office per la popolazione ed il vantaggio avrebbe riguardato sicuramente la specializzazione dei dipendenti e l’estensione degli orari dei diversi servizi. Tra le opportunità inoltre possiamo annoverare molti risparmi derivanti da una maggiore efficienza organizzativa e sul carico fiscale. Lo studio sottolinea che con la fusione ci sarebbero grandissime opportunità: organizzative (riorganizzazione degli uffici, miglioramento di gestione di fenomeni sovracomunali, superamento delle contraddizioni delle gestioni associate imposte ai comuni); progettuali per i bisogni presenti e futuri (ottimizzazione e/o recupero delle strutture e degli spazi esistenti, possibile partecipazione a bandi europei, statali o regionali, politiche per la sicurezza più efficaci); di ottimizzazione dei servizi esistenti (trasporto scolastico, biblioteche comunali, mense scolastiche, servizi sociali, manutenzione); riguardanti le sedi e le infrastrutture (ottimizzazione del patrimonio immobiliare dei comuni, ripensamento spazi impianti sportivi, particolare attenzione alla scuola media, attivazione di forme leggere di trasporto intercomunale, ampliamento e miglioramento della rete di percorsi ciclopedonali), il territorio (valorizzazione risorse ambientali, strada statale 342, salvaguardia aree verdi, ripensamento aree dismesse e/o da riqualificare), gli incentivi e l’esenzione dal patto di stabilità».
Durante il dibattito tra i consiglieri e la popolazione i principali interventi sono stati di Maria Laura Simonetti, consigliere comunale di Osnago cha ha partecipato alla commissione intercomunale, e proprio dello stesso sindaco Paolo Brivio che ha risposto ai quesiti di alcuni tra i cittadini presenti. Simonetti ha puntualizzato: «Abbiamo lavorato come cittadini cercando di tutelare tutte le fasce d’età. Il rammarico è che, dopo tanto lavoro svolto insieme, Cernusco non abbia aderito allo studio di fattibilità ancor prima di leggere insieme la prima bozza di questo. Arrivare al successivo referendum sarebbe certamente una grande opportunità per la popolazione. Infatti in nove mesi di campagna referendaria si potrebbe fare molta informazione. La fusione avrebbe dato molte più opportunità».
Gli assessori Caglio e Rocca e il gruppo di minoranza Uno Sguardo su Osnago Paolo Brivio, in risposta al pubblico presente ha dichiarato: «Le opportunità date dalla fusione, così come mostrato bene dallo studio di fattibilità, sono sicuramente maggiori rispetto alle criticità che possono presentarsi, soprattutto nei primi periodi, e che a livello operativo altri comuni che si sono da poco fusi hanno già affrontato o stanno affrontando. Ci sarebbero stati inoltre molti incentivi anche per affrontare qualche possibile difficoltà ed il nuovo comune, risultando il quarto della provincia di Lecco per territorio, avrebbe avuto maggiore influenza e punteggi più alti per poter partecipare ai bandi, oltre alla semplificazione di molti processi decisionali. Per quanto riguarda la preoccupazione riguardo i meccanismi psicologici di rappresentanza sono sicuro che le stesse dinamiche politiche ed elettorali avrebbero portato a rappresentanze adeguate, senza prevaricazioni. Le leggende metropolitane che abbiamo sentito circolare fino a ora (ad esempio quella dell’abolizione della stazione ferroviaria di Osnago o di qualche ufficio postale) ci sono sembrate interpretazioni tendenziose, timori infondati ed allarmismi che poco hanno a che vedere con la fusione di per sé, ma eventualmente saranno decisioni prese non dall’amministrazione del nuovo comune e quindi indipendenti dal processo di fusione. La perdita di identità e servizi non ci sarebbe stata; sarebbero rimasti uffici dislocati di rappresentanza e sportelli di front office e si sarebbero trovati sicuramente accordi intermedi come ad esempio un mantenimento, almeno sicuramente nella fase iniziale, di municipi territoriali. Certamente, in questo senso, primaria è l’esigenza e la necessità di parlare con i cittadini, raccogliere opinioni ed indicazioni, basandosi anche sulle esperienze più recenti di fusione e sui risultati di ricerche: comunque confrontandomi in questo periodo con diversi cittadini fino ad ora mi è sembrato che loro fossero addirittura più favorevoli alla fusione degli stessi amministratori locali - ha concluso il borgomastro di Osnago - Mi sembra che questa sera il Consiglio comunale di Osnago abbia chiarito e illustrato quale è la sua posizione riguardo l’argomento e quale sarà la linea guida che seguirà quando si riprenderà a parlare a più voci di questo processo». Fotoservizio VSala |