IL RICORDO DI LUIGI RUSCA


30 ANNI FA SCOMPARIVA UN UOMO DI GRANDE FAMA

a cura di Silvana Ferrario

 

Laureato in storia antica, con una solida padronanza delle lingue e letterature classiche, Luigi Rusca, che al liceo Parini ebbe come compagni Enrico e Carlo Emilio Gadda, fu in contatto con molti scrittori stranieri, specie quelli che per ragioni razziali stavano fuggendo dalla Germania.

Fino al 1927 era stato redattore capo di Le Vie d’Italia, periodico del Touring Club  e lo aveva trasformato in una bella rivista di alta tiratura; inoltre si era occupato della parte culturale e artistica dei volumi delle prime Guide d’Italia. Nel 1928, introdotto dal Senatore Borletti come suo uomo di fiducia, Rusca entrò in Mondadori e riuscì a costruire con l’editore Arnoldo un ottimo rapporto che si rivelò fondamentale nella scelta delle strategie economiche e culturali della casa editrice. Realizzò collane quali la Medusa, grandi capolavori delle letterature internazionali, e i Gialli (nome che i romanzi polizieschi presero dal colore della copertina). Antifascista e capace di difendere le proprie scelte e le proprie convinzioni politiche, cercò sempre di trovare il modo per portare in casa editrice anche durante il ventennio la voce di chi non era allineato al regime.

«Guardando con attenzione il catalogo della Mondadori  -dice la signora Luisa Finocchi, oggi proprietaria della villa Rusca di via Roma - potremmo vedere che accanto ai libri "schierati" (pensiamo al libro di Margherita Sarfatti Dux), troviamo anche le poesie di Delio Tessa, le traduzioni dei classici della letteratura inglese e americana, i libri di Alba de Céspedes per le lettrici più aperte a un nuovo ruolo femminile,  i fumetti di Disney».

A guerra finita fu nominato dagli Alleati Commissario straordinario della Radio italiana e si occupò di riorganizzare la dissestata azienda EIAR, da lui ribattezzata RAI.

Amico di Angelo Rizzoli accettò di entrare nel suo Consiglio di Amministrazione e propose di pubblicare libri già conosciuti al grande pubblico ma in edizione economica, su modello della tedesca Reclam. Nacque la collana BUR, il modo migliore per diffondere la cultura nel dopoguerra.

Le caratteristiche dei volumi furono il piccolo formato e la copertina non appariscente di colore grigio-verde che contrastava con l’elegante carattere tipografico della stessa, il Bodoni, mentre il testo era stampato nel più noto carattere Times. La collana fu un grande successo: i libri uscivano ogni settimana e il prezzo veniva calcolato secondo una proporzione fissa:50 lire ogni 100 pagine, indipendentemente dall’opera. A tal proposito si racconta che un giorno Angelo Rizzoli si fosse lasciato sfuggire: «Altro che cultura! Con questi libri qui si guadagna un sacco di soldi».

La carriera di Luigi Rusca è stata costellata di successi e non solo in campo editoriale: lo vediamo alla Presidenza delle Fornaci Valdadige, fondatore delle Messaggerie Librarie (Melisa), alla creazione a Catania della Cesame (Ceramica Sanitaria del Mediterraneo). Ma lo vediamo anche per ventotto anni presidente dell’Ospedale di Circolo di Merate, vicepresidente del Touring Club Italiano e della Banca Popolare di Lecco e governatore del Rotary.

Forse per uno strano caso del destino la villa che fu di Luigi Rusca, l’intellettuale, studioso ed esperto di editoria è ora abitata da Luisa Finocchi Presidente della Fondazione Mondadori che si occupa di promuovere la cultura e la memoria del lavoro editoriale in Italia.

«Conserviamo archivi e biblioteche delle case editrici, degli autori, dei traduttori degli agenti letterari – ci racconta - dagli archivi della Mondadori a quelli della piccola casa editrice Rosa e Ballo, dalle carte di Giovanni Testori a quelle di Gianni Brera. E poi lavoriamo per la promozione della lettura ad esempio siamo tra i promotori di Bookcity Milano e presso di noi da 13 anni si tiene il Master in editoria promosso con Università degli studi di Milano e Associazione Italiana Editori. In Fondazione ci sono tantissimi documenti che raccontano l'esperienza di Rusca in Mondadori: dalla corrispondenza con Arnoldo Mondadori, alle lettere agli autori, ai pareri di lettura sui libri che leggeva. È così che ho imparato a conoscerlo e confesso una grande emozione ogni volta che entrando nel cortile da via Roma penso alle parole di Dante Isella che nella prefazione alla più recente edizione del  Breviario dei laici (nella foto la copertina) di Rusca lo ricordava, mentre con la moglie attraversava il cortile per accoglierlo. Per studiarlo e conoscerlo meglio bisognerebbe riuscire a ritrovare anche le sue carte personali, che in casa non c'erano: chissà che prima o poi, come spesso capita, non spuntino fuori da qualche soffitta o da qualche cantina...».

Ce lo auguriamo anche noi, sarebbe un modo per conoscere meglio e ricordare questo grande personaggio, il cui nome, a Cernusco, è stato legato più  all’ospedale di Merate che alle sue doti di intellettuale.

Alla sua morte, avvenuta il 9 agosto del 1986, a novantatre anni, amici e conoscenti lo ricordarono ognuno a modo proprio e solo allora emerse realmente un quadro completo dell’uomo, con l’intelligenza, la cultura, la capacità, la grande determinazione, ma anche la riservatezza che per anni lo contraddistinsero. Chiudiamo con il ricordo con cui Indro Montanelli, dalle pagine del suo Giornale, volle salutare l’amico di una vita. «Uomo straordinario non soltanto per intelligenza e cultura (di questi, in Italia ce ne sono parecchi), ma per carattere e tempra morale (e di questi ce ne sono pochissimi)».

Condividi    © Associazione Dentro&Fuori -  via Stoppani 19, 23870 Cernusco Lombardone (LC)