ARTE E MUSICA PER NON DIMENTICARE

Gli allievi dei quattro Comuni celebrano la Giornata della Memoria

Venerdì 29 gennaio alle 21 presso la sala don Sironi ad Osnago si è tenuta la serata organizzata dall’Istituto Comprensivo A. Bonfanti e A. Valagussa con letture, pensieri e canti in occasione della Giornata della memoria. La serata, dopo i ringraziamenti di rito alle amministrazioni comunali, alla parrocchia di Osnago, a alunni e insegnanti, è stata introdotta dal dirigente scolastico, prof. Giordano Cereda: «La Giornata della memoria è stata istituita tramite la legge 211/2000  in ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei campi nazisti. In particolare si ricorda la liberazione del campo di concentramento di Auschwitz. Per il nostro istituto, inoltre, questa ricorrenza ha un significato particolare dato che il nostro plesso scolastico è proprio intitolato a due comuni cittadini, Antonio Bonfanti e Angelo Valagussa, rispettivamente originari di Osnago e di Cernusco Lombardone, i quali sono stati deportati, con accuse poco chiare e per la loro attività partigiana, nel campo di concentramento di Mauthausen dove persero la vita entrambi nel 1945 a poca distanza dalla liberazione del campo. La giornata della memoria serva, quindi, per riflettere sì sul passato e non dimenticarlo, ma anche sulle diverse forme di discriminazione diffuse attualmente per non riprodurre i mostri del passato»

 

Successivamente gli assessori all’Istruzione di Osnago, Montevecchia, Lomagna e Cernusco hanno presentato le performance proposte dalle classi quinte elementari dei rispettivi paesi.

Le classi quinte della scuola primaria di Osnago hanno proposto Il giorno che cambiò la mia vita. Dapprima hanno inscenato una gita al museo dove ai bambini veniva narrata la storia di un bambino ebreo, inscenata in quadri animati alcuni alunni, escluso dalla scuola ed allontanato da tutti a causa delle leggi razziali promulgate nel 1938. Successivamente, dopo aver letto l’ultima parte del monologo tratto da Il grande dittatore di Chaplin, gli alunni hanno interpretato in cerchio la danza ebraica MA NAVU lasciando un messaggio finale di pace.

 

Le classi quinte della scuola primaria di Montevecchia hanno proposto la riflessione Smile… nonostante tutto dapprima cantando il brano di Noah Smile, colonna sonora del film La vita è bella, accompagnati da alcune immagini del film; successivamente hanno suonato con tamburelli, flauti, clarinetti, chitarre e sassofoni la canzone pacifista di Bob Dylan, Blowin’ in the wind ed infine hanno letto una storia della scrittrice Jennifern Elvgren, intitolata La città che sussurrò.

 

Le classi quinte della scuola primaria di Lomagna hanno, invece, proposto la lettura di alcuni stralci di pensieri, parole e immagini di Esther Hillesum, tratti in particolare dal libro Uno spicchio di cielo.

 

Le classi quinte della scuola primaria di Cernusco, infine, hanno proposto Conoscere per non dimenticare, una serie di testimonianze di vittime e sopravvissuti ai campi di sterminio interpretate dagli alunni sulle note della colonna sonora del film Schindler’s list, alle quali sono seguite la lettura di alcune frasi di Primo Levi e la teatralizzazione del canto ebraico Gam Gam.

In conclusione della serata il professor Walter Rubboli ha presentato il lavoro dei ragazzi di terza media sezione A.

«l nostro lavoro Topovich si è ispirato al romanzo a fumetti Maus di Spiegelman nel quale gli Ebrei erano rappresentati come topi a cui gli altri uomini, in veste di gatti, dovevano dare la caccia. Spesso siamo portati a guardare gli altri come li vogliamo vedere, con il nostro pregiudizio. Dobbiamo ricordare, invece, quello che diceva Garcia Marquez, ovvero che l’uomo non ha il diritto di guardare nessun altro dall’alto al basso se non quando lo aiuta a rialzarsi». I ragazzi, tramite questa piccola rappresentazione teatrale e l’attualizzazione del racconto, hanno indotto i presenti a riflettere sulla pericolosità della maschera che non consente di conoscere l'altro e lo priva della propria identità, ricordando che la morte unifica, massifica a differenza della vita che esalta le diversità di abitudini e cultura che vanno, quindi, rispettate.               

Fotoservizio VSala

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